Come si sta comportando Salvini in questa emergenza del coronavirus? Ne penso il peggio possibile per via delle sue sparate propagandistiche fatte in un momento come questo. Per fortuna ci sono altri leghisti ed elettori della Lega che incarnano molta più serietà di quella che raffigura Salvini”. Sono le parole del deputato di Leu, Pier Luigi Bersani, intervistato dal giornalista Lanfranco Palazzolo per Radio Radicale.

L’ex ministro ironizza sul leader della Lega: “Salvini prima ha gridato all’allarme, dicendo che andavano messi in quarantena tutti, compresi gli stranieri. Poi ha detto che c’era troppo allarme. Si può perfino capirlo, perché uno che vuole fare demagogia e propaganda ora si trova in una condizione in cui non trova un cinese contagiato. E neppure un nero contagiato. Oh! Come si permettono i neri di non diffondere il contagio e addirittura di non prendere il virus da noi? Salvini è un po’ sbandato in questo momento e quindi risulta anche scomposto, perché gli è saltato il giocattolo“.

Bersani si sofferma poi sul decreto varato dal governo per fronteggiare l’emergenza del coronavirus: “Ho sentito qualcuno, come Salvini, che dice: ‘Fermiamo le tasse, fermiamo le bollette, fermiamo tutto, basta a pagare in tutta Italia’. Queste sono ricette abbastanza fantasiose. Se invece vogliamo fare discorsi seri e smetterla con le demagogie, dobbiamo prenderla passo a passo. Sappiamo che questa crisi del coronavirus dal punto di vista economico è una ciliegina su una torta già amara, perché noi avevamo già due cose che non possiamo dimenticare. La prima è un’industria che è in una transizione ecologica e tecnologica pesante, visto che perdiamo 4 punti in un anno, la Germania è a 6,8,. Il secondo strato della torta amara è il regalo che ci hanno fatto i sovranismi del mondo, cioè dazi, guerre comerciali, Brexit. E in questo contesto arriva il coronavirus”.

Il parlamentare spiega: “Le prime misure del governo in questo quadro sono sensate. Vanno certamente allargate ed estese man mano alle zone gialle o anche a livello nazionale. Basteranno queste prime misure? Credo di no, considerata la torta a strati. E quindi avremo bisogno sia del margine europeo, che non ci verrà negato, sia forse anche di una riconsiderazione di alcune nostre operazioni. Un problema in prospettiva molto serio, per esempio, sarà la liquidità delle piccole imprese. In quel caso, bisogna avere un accesso al credito garantito e quindi, a riguardo, servirà un’iniziativa molto forte. Poi bisogna svegliare il mercato interno, il che è impossibile a prescindere dalle opere pubbliche e dall’edilizia. Ma non pensiamo sempre ai piani delle grandi opere. Noi dobbiamo avere lo slogan: ‘Parta tutto quello che è pronto a partire’. Quindi, andiamo a prenderci i progetti dei Comuni e delle Province. Ce ne sono. Facciamo partire quelli”.

E ribadisce: “Bisognerà usare a largo raggio i crediti di imposta per scongiurare la chiusura delle imprese nel lombardo-veneto. Se si potenziano le operazioni che ho elencato prima e un’azienda chiude ugualmente, credo che non sia solo per via del coronavirus, ma perché sono in difficoltà anche gli altri due strati della torta”.

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