Facebook ha deciso di adottare misure fortemente restrittive nei confronti tanto della circolazione di false informazioni sull’argomento Coronavirus quanto delle inserzioni che pubblicizzano cure inesistenti. A rendere note le decisioni societarie è stato un portavoce Facebook, in una dichiarazione resa per la prima volta a Business Insider.

“Di recente abbiamo implementato regole per proibire gli annunci che si riferiscono al Coronavirus e contribuiscono a creare il panico, ad esempio per quanto riguarda atteggiamenti che mettono a rischio le scorte o riguardanti fantomatiche cure o procedure atte a prevenire il contagio. Comportamenti che saranno proibiti anche in altri contesti, come il Marketplace”.

Come su altre piattaforme social infatti, anche su Facebook si stanno diffondendo conversazioni che diffondono panico ingiustificato o a volte disinformazione bella e buona. Inoltre di recente si stanno formando gruppi spontanei per effettuare acquisti di grandi quantità di mascherine, atteggiamento che rischia di compromettere le scorte mondiali, ostacolando chi dovrebbe utilizzarle davvero, come ad esempio gli operatori sanitari, che l’epidemia la combattono in prima linea.

Foto: Depositphotos

Facebook utilizza fact-checker per verificare le affermazioni dubbie e successivamente eliminarle dai feed di notizie e, dalla fine di gennaio, ha anche annunciato di star progredendo anche nel rimuovere completamente false informazioni sull’epidemia “che sono state contrassegnate dalle principali organizzazioni sanitarie globali e dalle autorità sanitarie locali e che potrebbero causare danni alle persone che le prendono sul serio”.

Purtroppo infatti anche la paura è una sorta di virus e come tale è in grado di “infettare” molte persone nel mondo, scatenando psicosi e vere e proprie ondate di panico immotivato, che possono spingere a prendere decisioni sbagliate o viceversa a favorire gli speculatori, come alcuni venditori di terze parti su Amazon che stanno ritoccando eccessivamente al rialzo i prezzi delle mascherine, pratica che il colosso sta già tentando di arginare monitorando i prezzi e inviando avvisi a chi propone prezzi fuori dal mercato.

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