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Cybersicurezza, per la Polizia Postale è allarme: casi aumentati del 579%

Il direttore della Polizia Postale Nunzia Ciardi ha lanciato l'allarme in Italia per quanto riguarda il cybercrimine, dicendo che in due anni le denunce sono aumentate del 579%. Oltre ai privati cittadini, nel mirino degli hacker finiscono sempre più presto le piccole e medie imprese.
Cybersicurezza, per la Polizia Postale è allarme: casi aumentati del 579%
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Durante un intervento tenutosi ad un convegno organizzato dall’Università LUISS (Libera Università Internazionale degli Studi Sociali) di Roma, il direttore della Polizia Postale Nunzia Ciardi ha lanciato l’allarme sul cybercrimine finanziario, definito un’emergenza assoluta. A quanto pare infatti nel nostro Paese le denunce in questo ambito sono aumentate del 579% negli ultimi due anni. A preoccupare di più inoltre è il fatto che, oltre ai privati cittadini, gli hacker prendano sempre più di mira le piccole e medie imprese, utilizzate poi a loro volta come veri e propri “cavalli di troia” attraverso cui poi attaccare le grandi aziende. Si tratta dunque di uno scenario davvero pericoloso, che costituisce una concreta minaccia all’economia nazionale.

Oltre a questo tipo di attacchi, tra il 2017 e il 2019 sono cresciuti del 99% anche i furti di dati sanitari, che a quanto pare sul cosiddetto dark Web sono quelli venduti al prezzo più alto. Purtroppo infatti i dati sanitari non sono attualmente ben protetti, perché durante il passaggio dal cartaceo al digitale, sono cambiate tecnologie e procedure ma non l’approccio culturale da parte degli operatori sanitari, creando così un problema potenzialmente enorme legato a rischi di perdita, furto o alterazione dei dati stessi.

Padlock and keyhole in a printed circuit. Digital illustration.

La Ciardi ha sottolineato come l’Italia, per una volta, sia stata lungimirante, individuando già nell’ormai lontano 2005 la necessità di dotarsi di un apparato di contrasto a questo tipo di pericoli, creando il CNAIPIC (Centro Nazionale di Protezione delle Infrastrutture Critiche), basato su pratiche di partenariato diffuso.

Nonostante questo però il problema nel nostro Paese resta alto, perché manca una cultura di base legata alla protezione dei dati sensibili, che sia da parte dei singoli cittadini, delle aziende o di infrastrutture amministrative pubbliche. Forse proprio su questa alfabetizzazione alla cybersicurezza bisognerebbe insistere, perché i rischi economici e di sicurezza sono davvero elevati e potrebbero rivelarsi più onerosi da sostenere rispetto a investimenti preventivi nel settore.

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