Come faccio a spiegare ai miei figli la Shoah? Non esiste un’età, non esiste un solo modo, né un solo giorno. L’opposizione all’antisemitismo, l’educazione alla resistenza, all’antifascismo è nella quotidianità e fa parte di quell’educazione che si trasmette fin dalla nascita ogni giorno: come si insegna a dire grazie, prego e per favore, come si insegnano i numeri e l’alfabeto, noi abbiamo trasmesso ai nostri figli il valore della memoria nella naturalezza delle cose.

Non li abbiamo convocati un bel giorno per spiegargli cosa fosse accaduto allora – solo perché magari era ormai giunta l’età. Glielo abbiamo raccontato facendogli leggere il mondo in cui vivono, i fatti e le loro stesse giornate attraverso la lente della nostra storia, attraverso rimandi continui tra ieri e oggi.

Ed è così che nella Giornata della memoria per loro non ci sono parole in più da trovare o modi diversi per spiegare l’inenarrabile, per loro è così e basta, naturale come l’aria. Perché la memoria non è passato, ma cura del presente.

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Giornata della Memoria: le ‘bambole rotte’ di Michele Soavi mi ricordano le parole di Primo Levi e Liliana Segre

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