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Impeachment, il Senato Usa approva regole dibattimento, ma boccia tutte risoluzioni Dem. Trump: “Mi piacerebbe andare al processo”

Tra gli 11 'no' dei Repubblicani alle proposte dei Democratici ci sono anche quelli riguardanti le testimonianze dell’ex consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Bolton, del capo dello staff della Casa Bianca, Mick Mulvaney, e l'acquisizione di alcuni documenti del Pentagono, del Dipartimento di Stato e dell’ufficio bilancio della Casa Bianca. I Dem: "Solo chi è colpevole cerca di nascondere le prove"
Impeachment, il Senato Usa approva regole dibattimento, ma boccia tutte risoluzioni Dem. Trump: “Mi piacerebbe andare al processo”
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Alle 13 di Washington (le 19 in Italia) inizierà ufficialmente il dibattimento sull’impeachment al Senato nei confronti di Donald Trump, dopo che martedì l’aula ha approvato, dopo 13 ore di dibattiti e votazioni, la risoluzione presentata dal leader della maggioranza repubblicana, Mitch McConnell, sulle regole del dibattimento con 53 voti a 47, che rispecchiano una precisa divisione tra maggioranza e opposizione. Una prima giornata, quella di martedì, caratterizzata dalle tensioni tra Repubblicani e Democratici, visto che i secondi si sono visti bocciare tutti gli 11 emendamenti presentati dal leader della minoranza, Chuck Schumer. E Trump, da Davos, rincara la dose: “Mi piacerebbe andare” al processo.

Da oggi, ognuna delle parti avrà 24 ore spalmate su tre giorni per esporre i propri argomenti, ma la discussione nasce già fortemente influenzata dall’intransigenza del Grand Old Party nei confronti delle proposte dell’opposizione. Prima su tutte, la decisione di respingere la richiesta riguardo alla testimonianza dell’ex consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Bolton.

I Repubblicani hanno anche bloccato la proposta di acquisire alcuni documenti del Pentagono, del Dipartimento di Stato e dell’ufficio bilancio della Casa Bianca relativi soprattutto alla decisione di Donald Trump di congelare 400 milioni di dollari di aiuti militari all’Ucraina, secondo l’accusa per fare pressioni su Kiev perché aprisse un’indagine sui Biden e sui Dem. Altro rifiuto importante riguarda la testimonianza del capo dello staff della Casa Bianca, Mick Mulvaney, che nell’ottobre scorso aveva ammesso che il tycoon aveva deciso di bloccare gli aiuti militari all’Ucraina per fare pressioni su Kiev. Dichiarazioni che, successivamente, Mulvaney ritrattò.

Dopo gli 11 ‘no’ dei Repubblicani, si è consumato uno scambio di accuse tra i rappresentanti dei due partiti. “Solo chi è colpevole cerca di nascondere le prove”, ha dichiarato il presidente della commissione Giustizia della Camera, Jerry Naddler. Il team di legali del presidente Trump ha risposto definendo l’impeachment “una farsa” e accusato Naddler e gli altri rappresentanti dell’accusa di voler fare “carta straccia della Costituzione”. Uno scambio che ha costretto il presidente della seduta, il giudice della Corte Suprema John Roberts, ad ammonire le parti richiamandole a moderare i toni.

Soddisfatto invece Donald Trump che dalla Svizzera, dove sta partecipando alla quattro giorni del Forum Economico Mondiale di Davos, ha detto che “abbiamo un ottimo caso”, riferendosi all’andamento del processo al Senato. Poi rincara la dose e ai cronisti dice: “Mi piacerebbe andarci”, ma i suoi difensori probabilmente obietterebbero. Il tycoon ha anche aggiunto che preferirebbe un processo più lungo con testimoni, ma che la deposizione di alcuni dirigenti o ex dirigenti dell’amministrazione come John Bolton pone un problema di sicurezza nazionale e di privilegio esecutivo.

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