Aveva annunciato che oggi sarebbe stata svelata la verità su quello che era accaduto al Boeing ucraino precipitato l’8 gennaio fa poco dopo il decollo dall’aeroporto Imam Khomeini di Teheran, provocando 176 morti. E oggi l’Iran, dopo avere negato ogni responsabilità – sostenuto dalla Russia – ed essersi inizialmente rifiutato di consegnare a Kiev le scatole nere, ha fatto retromarcia: spinto dalle pressioni internazionali ha confermato che il velivolo è stato abbattuto “per errore” da un missile a corto raggio delle forze di difesa aerea iraniane che lo hanno scambiato per un “aereo nemico“. Erano infatti i giorni di massima tensione a Teheran, che aveva lanciato l’attacco contro due basi statunitensi in Iraq per vendicare l’uccisione a Baghdad del generale iraniano Qassem Soleimani.

L’incidente, ha detto il generale iraniano della forza aerea delle Guardie della rivoluzione, Amirali Hajizadeh, è avvenuto in un momento in cui “la possibilità di un conflitto” tra Stati Uniti e Iran era a un “livello senza precedenti” dalla Rivoluzione islamica del 1979. Per il presidente Hassan Rohani quello che è successo è un “errore umano imperdonabile” e ha aggiunto che “l’indagine prosegue per identificare i responsabili”. È stata la Guida suprema iraniana Ali Khamenei a ordinare che venisse resa nota la verità sull’aereo: “Appena il leader supremo è stato informato del catastrofico errore”, scrive l’agenzia iraniana Fars, ha ordinato che il risultato delle indagini “fosse reso noto in modo esplicito e onesto”.

La ricostruzione dell’incidente – A fornire la ricostruzione di quanto accaduto è Hajizadeh: un soldato ha agito in maniera indipendente, sparando senza averne avuto ordine, a causa di un intoppo nelle comunicazioni. Questa è la versione del generale, che ha aggiunto: “Mi prendo la responsabilità per l’abbattimento dell’aereo ucraino e accetto qualsiasi decisione che le autorità prenderanno a riguardo”. “Avrei preferito morire piuttosto che veder accadere un simile fatto”, ha aggiunto il maggiore Hajizadeh, precisando che adesso le indagini su quanto accaduto continueranno guidate dai vertici della giustizia militare. “Ho desiderato di essere morto e di non assistere a un simile incidente”, ha detto Hajizadeh, ha descritto il momento in cui ha appreso che il Boeing 737 dell’Ukraine International Airlines era stato abbattuto per errore da missili iraniani. Nel corso di una conferenza stampa a Teheran, il comandante ha detto che “dopo aver saputo” dell’esito dell’indagine “sullo schianto dell’aereo ucraino, volevo morire”. L’incidente, ha aggiunto, è avvenuto in un momento in cui “la possibilità di un conflitto” tra Stati Uniti e Iran era a un “livello senza precedenti” dalla Rivoluzione islamica del 1979.

Il Quartier generale delle Forze armate iraniane afferma in un comunicato che metterà in atto “riforme essenziali nei processi operativi per evitare simili errori in futuro” e che perseguirà legalmente “coloro che hanno commesso l’errore“. “Mercoledì poco dopo l’attacco dell’Iran alle basi militari statunitensi in Iraq – spiega il comunicato militare -, il sistema di difesa aerea iraniana è stato in allerta per contrastare ogni possibile ritorsione degli americani, poiché alcune osservazioni avevano indicato movimenti aerei statunitensi verso siti strategici iraniani”. Secondo le Forze armate iraniane, l’aereo ucraino avrebbe iniziato a volare vicino a un centro militare delle Guardie rivoluzionarie, sarebbe quindi stato erroneamente identificato come bersaglio nemico e sulla base di un errore umano “involontario” è stato preso di mira dal sistema di difesa aerea.

Intanto il ministro degli Esteri, Mohammad Javad Zarif, sottolinea che è stato un “errore umano nel momento della crisi provocata dall’avventurismo degli Stati Uniti a causare il disastro”. L’Iran deve “imparare la lezione” da questa tragedia, afferma invece il presidente della commissione per gli Affari esteri del parlamento russo, Konstantin Kosachev. “Se la decrittazione delle scatole nere e il lavoro delle indagini non dimostrano che l’esercito iraniano lo ha fatto intenzionalmente, il caso deve essere chiuso. Spero che le lezioni vengano apprese e le azioni intraprese da tutte le parti”, ha affermato il senatore citato dall’agenzia di stampa russa Interfax.

Kiev: “Vogliamo risarcimenti e la restituzione dei corpi” – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto la “punizione” dei responsabili dell’abbattimento e un “indennizzo” per le famiglie delle 176 vittime. A bordo c’erano 11 cittadini ucraini. “Questa non è stata una buona mattina, ma ha portato alla verità. Ancora prima che la Commissione internazionale potesse completare il suo lavoro, l’Iran ha ammesso di aver abbattuto l’aereo ucraino”, ha scritto Zelensky su Twitter. “Ma noi insistiamo per una piena ammissione della colpa. Ci aspettiamo che l’Iran conduca un’indagine completa e aperta, che porti i responsabili davanti alla giustizia, restituisca i corpi delle vittime, paghi indennizzi e porga scuse ufficiali attraverso i canali diplomatici”, ha affermato il presidente ucraino. Il primo ministro del Canada, Justin Trudeau, ha chiesto che Teheran usi “trasparenza e giustizia” per le vittime, giunga a una conclusione e stabilisca le precise responsabilità. Trudeau ricorda che si tratta di una “tragedia nazionale” per il Canada – 63 delle vittime erano canadesi, molte con doppia nazionalità iraniana – e che tutto il Paese “piange unito”.

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