Il giorno di Natale aveva denunciato la scomparsa di un suo alleato e a Santo Stefano è stato trascinato via a forza dal suo ufficio dalla polizia e rilasciato dopo poche ore. Il leader dell’opposizione russa Alexei Navalny, riferisce la sua portavoce Kira Yarmysh, “non ha opposto resistenza”, quando è stato “portato via con la forza”.

Il quartier generale della fondazione Anticorruzione del principale avversario del presidente Vladimir Putin, è stato perquisito palmo a palmo dagli agenti. Navalny è stato rilasciato dopo qualche ora.

La corrispondente a Mosca della Deutsche Welle, Emily Sherwin, ha riferito su Twitter che il raid contro Navalny sarebbe stato orchestrato per fermare la registrazione di un nuovo video su YouTube. “Spesso la polizia sequestra l’attrezzatura tecnica. L’ultimo episodio ha avuto 1,4 milioni di visualizzazioni”, scrive la giornalista citando la portavoce di Navalny secondo la quale il successo del format dell’oppositore non è gradito alle autorità.

Durante il raid sono stati sequestrati computer, ed altro materiale, come già avvenuto in precedenza.
Su Instagram Navalny ha postato immagini che lo ritraggono mentre viene accompagnato da uomini con il volto coperto che indossano uniformi nere e caschi. Secondo l’attivista la sua organizzazione è stata nuovamente presa di mira perché si è rifiutato di cancellare un video postato su YouTube – visto nel frattempo da milioni di persone – in cui accusa il premier Dmitry Medvedev di corruzione. Secondo il team di Navalny l’azione di si spiegherebbe appunto anche con l’imminente diffusione di un nuovo video, più critico del primo.

Il 25 dicembre Navalny aveva denunciato la scomparsa di uno dei suoi alleati, Ruslan Shaveddinov, sostenendo che è stato arruolato con la forza e inviato a prestare servizio in una remota base artica, in una mossa che i suoi sostenitori hanno detto equivale a un rapimento. Shaveddinov, project manager presso la fondazione Anticorruzione, è scomparso lunedì dopo che la polizia ha fatto irruzione nel suo appartamento a Mosca e la carta Sim del suo telefono è stata disabilitata. Martedì è riemerso in una base di difesa aerea segreta sul remoto arcipelago di Novaya Zemlya, nell’Oceano Artico, aveva detto Navalny. L’arcipelago, che separa i mari di Barents e Kara, veniva usato dall’Unione Sovietica per condurre test nucleari.

“È stato illegalmente privato della sua libertà“, ha detto Navalny in un post sul suo blog, definendo il 23enne un “prigioniero politico”. Mentre l’esercito ha risposto sostenendo che il giovane aveva evitato il servizio militare da molto tempo.

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