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Influenza, per l’Istituto Superiore di Sanità è epidemia: oltre un milione di casi da metà ottobre

Le persone più a rischio sono gli over 65, le donne in gravidanza e quelle con malattie croniche, come sufficienza cardiaca o diabete. In Australia un sms di promemoria ha aumentato del 30% i vaccini e diminuito così i casi influenzali
Influenza, per l’Istituto Superiore di Sanità è epidemia: oltre un milione di casi da metà ottobre
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I casi di influenza da metà ottobre sono più di un milione. Cifra che ha fatto scattare l’allerta epidemia all’Istituto Superiore di Sanità. Solo nella scorsa settimana il virus ha colpito 207mila italiani: dal 9 al 15 dicembre l’incidenza totale è stata di 3,4 casi per mille assistiti. Piemonte, Lombardia, Provincia Autonoma di Trento, Emilia-Romagna, Umbria e Marche sono le regioni più colpite. “La curva dei contagi – spiega Gianni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Iss – segue quella dello scorso anno. Ci aspettiamo nelle prossime settimane un’impennata della velocità di circolazione che raggiungerà il picco dopo la fine di gennaio”. E aggiunge: “Non vediamo ancora un ceppo di virus predominante. Difficile dire quindi se sarà più o meno aggressiva dell’influenza della passata stagione che aveva colpito 8,5 milioni di persone, provocando 800 casi gravi, di cui circa 200 morti“.

Le persone più a rischio sono gli over 65, le donne in gravidanza e quelle con malattie croniche, come insufficienza cardiaca o diabete. L’Istituto Superiore di Sanità, dunque, consiglia il vaccino gratuito con l’assistenza del medico di famiglia. Positivo sulla campagna vaccinale Silvestro Scotti, segretario della Federazione dei Medici di Medicina Generale (Fimmg): “Quest’anno la campagna vaccinale sta andando meglio degli anni passati, molti medici hanno terminato le dosi e ne hanno ordinate altre”. Scotti poi ricorda che “il vaccino impiega circa due settimane per sviluppare la protezione immunitaria. L’ideale, quindi, sarebbe averlo fatto almeno un paio di settimane prima delle feste natalizie, quando è più facile il passaggio del virus dai bambini, che più spesso ne sono colpiti, agli anziani, per i quali il virus può avere conseguenze più gravi, soprattutto se sono malati cronici”.

In Australia un sms di promemoria per andare a vaccinarsi ha aumentato del 30% l’accesso all’immunizzazione. Nel dettaglio: uno studio condotto presso la University of New South Wales di Sydney ha selezionato 46 bambini, tutti con malattie per cui la vaccinazione era raccomandata, come l’asma, dividendoli in due gruppi. Ai genitori di uno dei due erano stati mandati sms in cui veniva ricordata la necessità di vaccinarsi. Al termine dello studio il 91% dei bambini che avevano ricevuto il messaggio si erano vaccinati, mentre nell’altro gruppo il tasso era del 61%. “È un sistema – concludono gli autori – molto economico. Mandare due messaggi al mese per cinque mesi costa 800 dollari, mentre un ricovero per una malattia polmonare collegata all’influenza ne costa 20mila“.

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