Nessuna candidatura a Il traditore di Marco Bellocchio ai prossimi Golden Globes. Annunciati da poco, i riconoscimenti della Hollywood Foreign Press Association non hanno incluso l’opera del regista italiano nella cinquina degli “stranieri”, preferendogli il discreto statunitense (ma parzialmente parlato in cinese) The Farewell, l’ottimo Dolor y Gloria di Pedro Almodovar, i buoni francesi Les Misérables e Portrait d’une jeune fille en feu e naturalmente lo splendido favorito Parasite del sudcoreano Bong Joon-Ho, già Palma d’oro a Cannes. Grande escluso, come Bellocchio, è (prevedibilmente per le note polemiche) Roman Polanski per il suo magnifico J’accuse – L’uffciale e la spia.

E guardando complessivamente il quadro delle nomination cinematografiche – che ricordiamo ai Golden Globes sono divise tra Drama e Musical e Comedy – spicca il distacco della primatista Netflix su tutti gli altri distributori candidati: ben 17, a seguire Sony con 8, Disney e Warner Bros con 6. Il dato è oltremodo interessante considerando che si tratta di film e non serie tv, che pure sono parte fondamentale dei Golden Globes, trovando anche loro nel colosso web la capofila – ma naturalmente con effetto più scontato – con 17 candidature sulla seconda (HBO) a 15.

Entrando più nello specifico, il film con maggior numero di candidature (6) è lo struggente Marriage Story (Storia di un matrimonio, disponibile su Netflix e in alcune sale italiane) di Noah Baumbach, nominato fra i Best Drama, attore (Adam Driver) e attrice (Scarlett Johansson) protagonisti, attrice non protagonista (Laura Dern), sceneggiatura e colonna sonora. A seguire figurano l’epico crepuscolare The Irishman di Martin Scorsese con 5 nomination (Best Drama, regia, attori non protagonisti Joe Pesci e Al Pacino, sceneggiatura), l’immaginifico Once Upon A Time in Hollywood (C’era una volta a Hollywood) di Quentin Tarantino anche lui a quota 5 (Best Musical or Comedy, regia, attore protagonista Leonardo Di Caprio, attore non protagonista Brad Pitt, sceneggiatura), il Leone d’oro all’ultima Venezia Joker di Todd Philipps con 4 candidature (Best Drama, regia, attore protagonista Joaquin Phoenix, colonna sonora), The Two Popes del brasiliano Fernando Meirelles (che vedremo dal 20 dicembre su Netflix) con altrettante (Best Drama, attore protagonista Jonathan Pryce e non protagonista Anthony Hopkins, sceneggiatura), 1917 di Sam Mendes con 3 nomination (Best Drama, regia, colonna sonora).

Per le categorie più competitive e altisonanti, sarà interessante la battaglia tra maestri assoluti nella cinquina dei registi: a sfidarsi infatti saranno Scorsese e Tarantino, Bong Joon-Ho e Todd Philips e Sam Mendes il cui 1917 – da noi ancora inedito – è stato girato in un unico piano-sequenza per la direzione fotografica del geniale Roger Deakins. Quanto alle cinquine dei Best Film, fra i Drama troviamo Marriage Story, The Irishman, Joker, The Two Popes e 1917 mentre fra i Musical and Comedy sono candidati Dolemite is my name di Craig Brewer, Jojo Rabbit di Taika Waititi, Knives Out di Rian Johnson (appena uscito nelle sale italiane col titolo Cena con delitto), Once Upon a Time in Hollywood di Tarantino e Rocketman di Dexter Fletcher.

Nell’universo delle interpretazioni “protagoniste”, a sfidare il favoritissimo Joaquin “Joker” Phoenix saranno Adam Driver, Christian Bale, Jonathan Pryce (nei panni di papa Francesco in The Two Popes) e l’unico a recitare in lingua diversa non inglese Antonio Banderas, grande alterego di Almodovar; quanto alle attrici poca partita ci sarà tra Renée “Judy Garland” Zellweger nell’omonimo biopic dedicato all’attrice e grande cantante americana e le sue co-nominate (Cynthia Erivo, Scarlett Johansson, Charlize Theron) ad eccezione della brava Saoirse Ronan che interpreta Jo March nell’atteso Little Women di Greta Gerwig. Sul fronte televisivo, infine ed in estrema sintesi, se la giocheranno soprattutto le serie tv Chernobyl e The Crown, entrambe candidate con 4 nomination.

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