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Rai, rinviate per la seconda volta le nomine per il cda. Anzaldi (Vigilanza): “Serve buonsenso tra i partiti. Vergognoso mercato poltrone”

Lo stop è dovuto al fatto che l'ad Fabrizio Salini non ha presentato i curriculum dei candidati nei tempi previsti. I motivi potrebbero essere legati ai possibili tagli ai trasferimenti alla tv pubblica previsti in alcuni emendamenti alla manovra
Rai, rinviate per la seconda volta le nomine per il cda. Anzaldi (Vigilanza): “Serve buonsenso tra i partiti. Vergognoso mercato poltrone”
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Ancora rinviate le nomine per il consiglio di amministrazione della Rai, in programma per il 28 novembre. Tutto rimandato, dopo il primo stop dell’11 novembre, perché l’amministratore delegato Fabrizio Salini non ha presentato i curriculum dei candidati nei tempi previsti. Ma dal 29 novembre Rai2 vedrà scadere il mandato di Carlo Freccero e, a due giorni dal termine ultimo, il secondo canale della tv pubblica sarà guidato da un direttore ad interim.

A influire sulla mancata presentazione dei curricula che ha causato la nuova frenata, secondo indiscrezioni riportate dall’Ansa, sono i nuovi possibili tagli ai trasferimenti alla tv pubblica previsti in alcuni emendamenti alla manovra. Proprio martedì, Salini in Commissione di Vigilanza aveva lanciato l’allarme sull’impatto che la riduzione delle risorse avrebbe sulla realizzazione del piano industriale. In caso di un taglio del budget, rispetto a quello preventivato al momento della stesura del progetto, sarebbe necessario rivederne il perimetro. In particolare in relazione agli oneri specifici derivanti dal contratto di servizio, come la realizzazione del canale inglese e del canale istituzionale. Le nomine sono frutto di un percorso delineato che potrebbe a questo punto essere modificato. Ieri l’ad ha comunque incontrato il presidente Marcello Foa e i consiglieri per provare a trovare un’intesa sulle nomine e sui passi da seguire nell’immediato futuro.

Secondo l’Adnkronos, ad aver spinto Salini al nuovo stop è stata anche la mancanza di figure femminili scelte per ricoprire ruoli di vertice. I nomi, scrivono, prevedevano 7 direzioni guidate da uomini (Stefano Coletta sia a Ra1 che alla direzione Prime Time, Ludovico Di Meo sia a Rai2 che alla direzione Cinema e Serie Tv, Franco Di Mare sia a Rai3 che alla direzione Day Time e Mario Orfeo al Tg3). Dobbiamo dare spazio alle donne, avrebbe ripetuto anche ieri.

A commentare lo stop alle nomine è stato, su Facebook, il deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi: “Lo stop alle nomine Rai riporti buonsenso e rispetto della legge a viale Mazzini e tra i partiti – ha scritto – Sulla Rai pende la pubblicazione della sentenza, emessa ormai quasi cinque mesi fa, per il ricorso della consigliera Borioni contro la nomina di Foa. Se il ricorso dovesse essere stato accolto dal Tar del Lazio, qualsiasi atto deciso dall’attuale Cda, compresa l’imbarazzante spartizione di nuove nomine di cui si parla da giorni, potrebbe essere invalidato”. Poi attacca i partiti: “Basta con questo vergognoso mercato delle poltrone che umilia l’informazione pubblica e tutti i cittadini che finanziano la Rai con il canone. Invece di spartirsi direttori e vicedirettori, perché Pd e M5s non ristabiliscono il rispetto della legge nel servizio pubblico, dando all’azienda un vero presidente di garanzia? Perché Di Maio e Zingaretti non acconsentono all’accesso agli atti sulle schede della votazione su Foa, richiesto dai capigruppo Pd Delrio e Marcucci? Perché il ministro dell’Economia Gualtieri non valuta l’immediata revoca di Foa dal Cda? Solo con un vero presidente di garanzia si potrà ristabilire il pluralismo nell’informazione del servizio pubblico, piegata dal Governo gialloverde a disinformazione e propaganda”.

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