Oggi sarà come ieri a Venezia, gli occhi sulla laguna, per capire quanto continuerà a crescere l’acqua, che poco prima delle 10 dovrebbe superare ancora la soglia del metro e mezzo. Questa è la cronaca della giornata più lunga vissuta dalla città fragilissima. Che deve anche contare un morto, un anziano di Pellestrina ucciso da una scarica elettrica sprigionata dalle pompe, mentre cercava di salvare la sua casa dall’allagamento. In riva degli Schiavoni sono affondati tre vaporetti. Un motoscafo è stato gettato su una fondamenta. Sono decine gli interventi per mettere in salvo persone in difficoltà nelle case allagate. È un miracolo se il bilancio non è stato ancora più grave.

Alle 18.30, quando la sirena ha diffuso nell’aria 4 toni crescenti, tutti i veneziani hanno capito. Era in arrivo una notte da incubo, al termine della quale si sarebbero contati solo danni. Ma nessuno pensava che si sarebbe arrivati alla seconda acqua alta di sempre (le misurazioni regolari sono cominciate nel 1923), 187 centimetri, solo 7 centimetri in meno di quella devastante del 1966. Anche perché il colpo di grazia lo ha dato il vento, una combinazione di scirocco e di bora, con raffiche di 100 chilometri all’ora. Era quello che temevano al Centro Maree, dove da giorni si stava monitorando la situazione e si evocava il nome della “scontraura”, ovvero la convergenza di correnti marine provocata da venti da nord-est e sud-est, la bora che spira sull’Alto Adriatico e lo scirocco sul basso e medio Adriatico.

È stato il vento a determinare il peggioramento repentino delle condizioni. Tutti sono rimasti in casa, anche perché era impossibile muoversi, se non con una barca. L’allarme dato lunedì 11 novembre parlava di una “situazione in evoluzione”, ma prevedeva per il mattino di martedì 12 una prima punta di 140 centimetri sopra il medio mare e per la sera il possibile raggiungimento di un metro e 45 centimetri. Sembrava che Venezia l’avesse scampata bella quando l’onda del mattino si è fermata a 127 centimetri, grazie al maltempo che aveva subito un ritardo di una dozzina di ore. Infatti, la previsione si era assestata a 145 centimetri per un’ora prima di mezzanotte. Invece, è stata tutta un’escalation. “Arriverà a 150… no a 160 centimetri”. Attorno alle 21 un’ipotesi ancora più negativa: “Si supera quota 170…”. Alle 20.30, il dato agghiacciante: “Saranno 190 centimetri”. A questa quota si sarebbe messa a rischio l’alimentazione elettrica della città, come già accaduto nei sestieri di Cannaregio e Santa Croce.

È un po’ come accade con lo spoglio delle schede elettorali. Ci sono le proiezioni e ci sono i numeri dello scrutinio. Le proiezioni danno la linea di tendenza, i dati reali costringono a modificarla. Al Centro Maree hanno continuato ad arrivare i dati dai pluviometri sparsi per la città, si sono misurati i centimetri di crescita, si è valutata la velocità e così la stima è diventata sempre più precisa. Venezia sarebbe finita al 100 per cento sott’acqua. Il metro di altezza è stato superato alle 20. Da allora in poi il ritmo di crescita è stato di tre-quattro-cinque centimetri ogni dieci minuti. E questo ha fatto capire che il mare aveva deciso di farla da padrone. Dopo 20 minuti si era già a 112 centimetri. Alle 21, con 128 centimetri, ecco superato il limite della mattinata. Alle 21.20 quota 138 centimetri. A quel punto Actv, l’azienda che gestisce i trasporti pubblici, ha sospeso i collegamenti acquei, eccetto quelli con le isole.

Precisa come un metronomo, la marea è cresciuta al ritmo di un centimetro ogni due minuti. Alle 21.50 ecco quota 152. Ma mancava ancora un’ora alla fatidica punta massima. Il mare non ha perso un colpo: 156 centimetri alle 22, poi un balzo di 8 centimetri fino ai 164 delle 22.10. Poi quota 170, quindi 174. Alle 22.30 si è visuto forse il momento più drammatico, il turbine dell’acqua è salito di 9 centimetri in dieci minuti, fino a livello 183… Inarrestabile. Il punto massimo si è registrato alle 22.50, con 187 centimetri. Poi, miracolosamente, come attratta in un gorgo, l’acqua ha cominciato a rifluire, mezzo metro nella prima ora, 30 centimetri nella seconda. All’1 e mezzo è tornata sotto il metro.

E oggi si replica. Il Centro Maree (che ha avuto le linee telefoniche danneggiate) annuncia: “Per tre giorni la marea si manterrà su livelli eccezionali”. Queste le massime indicate: 155 centimetri mercoledì 13 novembre alle 9.50; giovedì 14 ci saranno 120 centimetri alle 00.05 e 130 centimetri alle 10.50; venerdì 15 si raggiungeranno i 130 centimetri alle 00.45 e 140 centimetri alle 11.20.

E Venezia è senza pace.

Di Giuseppe Pietrobelli

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