La Commissione Europea guarda avanti, al futuro in cui le auto a guida autonoma affolleranno le strade. In quel momento dovranno già essere stati implementati tutti gli accorgimenti necessari affinché questi mezzi (si parla di circa 44 milioni di auto a guida autonoma) non creino alcun pericolo per sé stessi e per gli altri. Da qui è nato, nel 2016, il progetto SURE coordinato dai Paesi Bassi e conclusosi un anno fa.

SURE ha trovato una soluzione per assicurarsi che le auto a guida autonoma non si scontrino a causa di avarie o attacchi informatici. Sviluppando un algoritmo di controllo unico e tollerante ai guasti, progettato per mantenere i veicoli a distanza di sicurezza l’uno dall’altro, SURE contribuisce alla sicurezza. Lo stesso algoritmo è adattabile e scalabile per altre variazioni robotiche, quindi non si limita alle auto a guida autonoma. Funziona per qualsiasi scenario che implichi la presenza di molti robot autonomi, che ad esempio possono essere spediti un giorno per mappare in volo aree disastrate da una calamità naturale.

Il coordinatore del progetto SURE, Riccardo Ferrari dell’Università tecnica di Delft, nei Paesi Bassi, spiega che la minaccia può essere costituita da un guasto fisico o da un attacco di hacker mirato a causare incidenti. Tutto parte dal presupposto che le auto senza conducente dovranno necessariamente essere cooperative. Significa che dovranno conoscere costantemente la velocità, la posizione e la direzione di tutti gli altri veicoli. Tali informazioni dovranno essere condivise su una rete di comunicazione veicolo-veicolo (V2V), che permetterà a ciascuna vettura di conoscere la propria posizione rispetto alle altre. Si immaginino ad esempio corsie di veicoli che si avvicinano l’una all’altra su un’autostrada: rilevare guasti e dati falsi presenti sulla rete V2V è fondamentale per la sicurezza e per evitare collisioni.

Questo è esattamente quello che fa l’algoritmo di SURE: “l’algoritmo che abbiamo progettato consente ai singoli veicoli di utilizzare le misurazioni effettuate con i loro sensori di bordo, nonché un modello matematico che comprende tutti gli altri veicoli, per escludere dati falsi e posizionarsi sempre alla distanza più sicura”, spiega Ferrari.

Foto: Depositphotos
Foto: Depositphotos

I ricercatori hanno anche messo a punto una nuova tecnica informatica per rilevare minacce come la manipolazione dei dati trasmessi sulla rete V2V dagli hacker. Il gruppo di ricerca di SURE sta supportando una società olandese nello sviluppo di una navetta autonoma per il trasporto passeggeri, usando ovviamente l’approccio di SURE per rilevare eventuali guasti o false misurazioni. “I risultati sono promettenti”, dice Ferrari, che conferma anche l’avvio della collaborazione con le principali case automobilistiche.

Articolo Precedente

Cybersicurezza, 9000 denunce telematiche in Gran Bretagna finiscono ‘in quarantena’. E io non finirò mai di stupirmi

next
Articolo Successivo

Aggiornate iPhone 5 entro il 3 novembre o avrete grossi problemi, l’allerta di Apple

next