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Open Arms, gip convalida sequestro ma la nave può tornare in mare: “Migranti trattenuti contro volontà, ma l’ong non è responsabile”

Secondo il giudice, infatti, "sussiste il fumus del reato di sequestro di persona da parte dei pubblici ufficiali in corso di identificazioni", ma "non ci sono esigenze probatorie". La vicenda, secondo Stefano Zammuto, il giudice che si occupa del caso, ha "delle analogie con quanto successo con la Diciotti", ad agosto 2018
Open Arms, gip convalida sequestro ma la nave può tornare in mare: “Migranti trattenuti contro volontà, ma l’ong non è responsabile”
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Sequestro convalidato, ma senza trattenere la nave. Così ha deciso il gip del tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, in merito alla vicenda Open Arms, l’imbarcazione della ong spagnola rimasta bloccata in mare per 19 giorni. Secondo il giudice, infatti, “sussiste il fumus del reato di sequestro di persona da parte dei pubblici ufficiali in corso di identificazioni”, ma “non sussistono esigenze probatorie anche in considerazione del fatto che non si ascrive all’organizzazione e all’equipaggio alcuna responsabilità”. In pratica secondo Zammuto, che ha confermato il provvedimento già disposto il 20 agosto dal procuratore capo Luigi Patronaggio e dall’aggiunto Salvatore Vella, l’ong non è responsabile di alcun reato, ma semmai vittima delle decisioni di pubblici ufficiali, ancora ignoti.

Il reato ipotizzato è quello di rifiuto di atti di ufficio “in relazione alla mancata evacuazione della nave” che batte bandiera spagnola e aveva salvato, in acque libiche, due gruppi di migranti. L’imbarcazione, però, come specifica il gip nell’ordinanza, aveva ricevuto il via libera del Tar del Lazio per l’ingresso in acque territoriali. I migranti, quindi, “sono stati trattenuti indebitamente dal 14 agosto”, cioè dal giorno dell’ok del tribunale amministrativo. Secondo il giudice, inoltre, “è stato omesso il preciso obbligo di individuare un porto sicuro spettante all’Italia in quanto primo porto di approdo in base al trattato di Dublino”. Gli oltre cento naufraghi che si trovavano a bordo della Open Arms, quindi, sono stati costretti a una “illecita e consapevole privazione della libertà personale”, “trattenuti a bordo per un apprezzabile lasso di tempo contro la loro volontà”, sottolinea infine il gip. La nave ora deve essere “immediatamente restituita all’avente diritto“, cioè alla Ong spagnola, e potrà tornare presto in mare.

“Porti chiusi a scafisti e ONG – ha subito commentato Matteo Salvini su Twitter – In arrivo un’altra indagine contro di me per SEQUESTRO DI PERSONA per il caso Open Arms. Nessun problema, nessun dubbio, nessuna paura. Difendere i confini e la sicurezza dell’Italia per me è stato, è e sarà sempre un orgoglio”.

La vicenda, secondo Zammuto, ha “delle analogie con quanto successo con la Diciotti“, l’imbarcazione rimasta ferma per cinque giorni davanti al porto di Lampedusa nell’agosto del 2018. Dopo il divieto di attracco firmato dal Viminale, il ministro dell’Interno Matteo Salvini era stato indagato dalla procura di Agrigento per sequestro di persona, inchiesta poi passata in mano al tribunale di ministri. L’autorizzazione a procedere nei confronti del leader leghista, però, non aveva avuto esito positivo: 237 senatori avevano infatti votato no.

Intanto due cittadini siriani di 34 e 25 anni sono stati fermati dalla Polizia con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sarebbero loro i presunti scafisti delle imbarcazioni cariche di migranti poi soccorsi dalla Open Arms. Ad identificarli sono stati gli stessi naufraghi, ascoltati mentre si trovavano all’hotspot di Pozzallo. Secondo i testimoni sono loro ad aver condotto l’imbarcazione partita dalle coste libiche alternandosi tra timone, bussola e satellitare. Le indagini comunque proseguono per individuare gli scafisti delle altre due imbarcazioni soccorse.

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