Saltata l’ipotesi di dimissioni, per intenderci come aveva fatto nel 2016 Matteo Renzi dopo il referendum, per ufficializzare la crisi di Governo, Giuseppe Conte deve essere sfiduciato. A chiederne la testa sono proprio i leghisti che hanno presentato la mozione in Senato, l’aula dove l’esecutivo aveva esordito poco più di un anno fa. Prima del voto però, vanno riuniti i capigruppo di Palazzo Madama per stabilire i calendari, sicuramente non prima della prossima settimana, e richiamati i parlamentari, già in ferie per l’estate. Il voto di sfiducia, quindi, potrebbe essere attorno al 20 agosto, anche se Salvini pressa per fare più in fretta. La crisi, quindi, sarebbe di tipo parlamentare. Senza i numeri al Senato potrebbe non servire il secondo passaggio alla Camera. Nel periodo transitorio, che va dalla sfiducia al Premier fino alla nomina del nuovo presidente del Consiglio, il lavoro dei ministri prosegue, svolgendo attività di ordinaria amministrazione.

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