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Milano, il consiglio comunale ha approvato l’estensione delle “zone Daspo”. Ma la maggioranza si spacca per la prima volta

È la prima volta in cui la maggioranza di centrosinistra si divide in aula, con il voto contrario della sinistra di Milano Progressista. Quattro gli astenuti, anche un consigliere del Pd. Mentre Forza Italia e la Lega all’opposizione hanno dato parere favorevole al provvedimento
Milano, il consiglio comunale ha approvato l’estensione delle “zone Daspo”. Ma la maggioranza si spacca per la prima volta
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La maggioranza di centrosinistra che guida il Comune di Milano si spacca sulla delibera che amplia le zone della città dove sarà possibile effettuare ordini di allontanamento da parte della Polizia locale e Daspo da parte della questura. Il consiglio comunale ha dato il via libera al documento voluto dal sindaco Beppe Sala con 27 voti favorevoli, 5 contrari e 4 astenuti. Contro il provvedimento si sono espressi Basilio Rizzo della sinistra di Milano in Comune e i consiglieri di maggioranza  di Milano Progressista. Tra gli astenuti ci sono invece Matteo Forte di Milano popolare, Manfredi Palmeri della Lista Civica Parisi, Alessandro De Chirico di Forza Italia e un consigliere del Pd, Carlo Monguzzi.

È la prima volta in cui la maggioranza di centrosinistra si spacca in aula, con il voto contrario della sinistra di Milano Progressista. Mentre Forza Italia e la Lega all’opposizione hanno dato parere favorevole al provvedimento. La delibera individua 11 aree ulteriori dove sarà possibile applicare ordini di allontanamento e Daspo, oltre che zone adiacenti, fino a 100 metri, le scuole, le università, i mercati, le aree del verde pubblico, gli ospedali e la case di cura, complessi monumentali. In un primo momento, nella delibera, era previsto il Daspo anche per accattonaggio molesto ma di fronte alla protesta del Pd il testo è poi stato modificato.

“Il nostro gruppo non è mai venuto meno al senso di responsabilità e lealtà nei confronti di quest’aula, del sindaco e della giunta – ha commentato la capogruppo di Milano Progressista, Anita Pirovano, in aula – Ma ci troviamo di fronte ad una delibera che non ci convince dal punto di vista dell’efficacia amministrativa. Siamo poi contrari a livello politico perché in questa fase storica fare la differenza politica e culturale rispetto al centrodestra e al ministro Salvini è una cifra importantissima secondo noi”.

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