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John Kennedy, mio cugino faceva un sacco di domande. Ed era veramente libero

John Kennedy, mio cugino faceva un sacco di domande. Ed era veramente libero
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Nei miei primi ricordi giocavo a nascondino nello Studio ovale coi miei cugini Caroline e John. Io e Caroline ci nascondevamo sotto la scrivania dello zio Jack (soprannome per JFK, ndr). John alla fine ci stanava. Al giro dopo, doveva nascondersi lui. Sceglieva lo stesso identico posto, sotto il Resolute desk.

John era costantemente allegro e giocherellone. Faceva amicizia in fretta e aveva una curiosità insaziabile. Leggeva giornali, libri, riviste e mentre faceva colazione era concentrato a scrivere sulla scatola dei cereali. Quando non leggeva, John faceva domande. Sapeva che ogni persona ha qualche storia interessante da raccontare, qualche esperienza, ed era determinato a scandagliarla. Faceva domande infinite, sulla storia e sulla politica o sulla cultura e su come fare un sandwich migliore.

John è cresciuto sotto i riflettori, ma non ha mai lasciato che le intrusioni del mondo interferissero con la vita che voleva per sé. Mentre altre persone famose come lui si rintanavano dietro una falange di uomini della sicurezza o si rinchiudevano nelle limousine, John prendeva la metropolitana per girare New York, andava in moto, e insisteva sulla libertà di essere se stesso.

Ha sempre avuto uno straordinario senso dello humour sui suoi momenti difficili. Adorava raccontare la storia di un ragazzino di Harlem:

Ragazzino: Come ti chiami?
John: John.
Ragazzino: Qual è il tuo cognome?
John: Kennedy.
Ragazzino: Qual è l’iniziale del tuo secondo nome?
John: F.
Ragazzino: Lo sai che ti hanno dato il nome di un aeroporto?

John vedeva la politica come un lavoro rispettabile, l’unico a godere di una posizione esclusiva per rendere comunità e paesi più gentili e liberi. Ha aperto una rivista, George, perché credeva che la generazione dopo di lui potesse fare la differenza e voleva condividere la sua prospettiva di impegno. Durante la sua breve vita, George ha avuto un’influenza smisurata nei mondi della politica e dell’editoria.

Ci manca la sua risata facile, la sua curiosità e il suo amore per la vita. Sarà per sempre giovane.

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