La nave sequestrata, il capitano indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ma anche lo sbarco dei 46 migranti a bordo. Si sblocca nella notte tra sabato e domenica la situazione della nave Alex della ong Mediterranea, attraccata alle ore 17 del 6 luglio nel porto di Lampedusa. 

Lo sbarco mentre Alan Kurdi va a Malta – Poco dopo della mezzanotte la Guardia di Finanza è salita a bordo per notificare al capitano del veliero il decreto di sequestro della nave e un avviso di garanzia: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina è l’ipotesi di reato. “La notizia dell’intero equipaggio indagato risulta invece priva di fondamento”, scrive invece su twitter la ong Mediterranea, dando notizia del sequestro. Ma anche del consecutivo sbarco dei 46 migranti a bordo. “I naufraghi soccorsi dal veliero Alex di Mediterranea stanno finalmente sbarcando per ricevere cura e assistenza. Siamo felici per le straordinarie persone che abbiamo avuto il privilegio di aiutare”, è il post pubblicato dalla ong sui social network. “La Finanza sta effettuando sequestro penale preventivo della nave dei centri sociali. Bene”, twitta subito Matteo Salvini. “Siamo assolutamente sereni perché convinti di avere operato correttamente e perché abbiamo già  presentato un esposto alla magistratura. Diciamo che questa volta siamo arrivati prima della Guardia di Finanza“, dice invece Erasmo Palazzotto, capo missione di Mediterranea e deputato di Leu.  Nella serata di ieri, intanto la nave Alan Kurdi dell’ong Sea Eye ha cambiato rotta verso Malta. “Non possiamo aspettare fino a quando non prevarrà lo stato di emergenza”, scrive su Twitter l’ong tedesca. “Ora si deve dimostrare se i governi europei sono d’accordo con l’atteggiamento italiano”, continua.

Il divieto di sbarco di Salvini – Lo sbarco per consentire il sequestro della nave sblocca una situazione che rischiava di trascinarsi per giorni. L’arrivo del veliero Alex a Lampedusa, infatti, era stato definito dal ministro dell’Interno,  come “attacco in corso al governo e al ministero dell’Interno”. Il ministro della Lega aveva vietato “lo sbarco di chi se ne frega delle leggi italiane e aiuta gli scafisti. Io denunciato per sequestro di persona? Siamo al ridicolo”. Per poi aggiungere: “Piuttosto li portiamo all’ambasciata tedesca in autobus”.”Si configura il sequestro di persona. Se questo è ancora uno stato di diritto queste cose si discutono nei tribunali. Devono farci scendere”, aveva replicato la portavoce di Mediterranea Alessandra Sciurba. La nave nel pomeriggio è stata spostata dalla banchina al molo Favaloro per consentire alle persone a bordo di utilizzare i bagni del porto e per liberare il molo commerciale.

L’ipotesi del ritorno a Malta
Subito dopo l’attracco sembrava configurarsi la possibilità che la nave venisse fatta ripartire alla volta di Malta: “Ci sono voci che si rincorrono ma mi sembra un’ipotesi surreale – ha dichiarato il capo missione Erasmo Palazzotto -. Se esistono le leggi, se viviamo ancora in uno stato di diritto non si può imporre a un comandante di fare qualcosa che non è in grado di fare”. Intanto, dopo la richiesta del capo missione di avere un medico a bordo per controllare la situazione sanitaria, sulla Alex è salita una dottoressa della Asp che ha visitato i migranti che si trovano da due giorni sul ponte del veliero. Uno dei migranti a bordo, disidratato, è stato portato al poliambulatorio di Lampedusa per essere curato.

“Non è soccorso ma invasione finanziata da filantropi alla Soros”
Il vicepremier continua a dichiarare chiusi i porti per i migranti: “Se qualcuno pensa di farmi mollare – afferma su Facebook – ha sbagliato a capire. Noi non riapriamo niente. Sono sconcertato per le complicità che paiono emergere dietro questo traffico palesemente organizzato di esseri umani. Sono recuperi scelti in data e luogo preciso”. “Non sono operazioni di soccorso – continua – queste sono operazioni pianificate di invasione del Continente europeo sponsorizzate da miliardari non da filantropi, da speculatori miliardari alla Soros, che vogliono cancellare popoli, radici, culture e tradizioni e vogliono nuovi schiavi. Noi ci stiamo impegnando per dare un futuro in Africa a questi ragazzi, stanno mettendo a rischio la vita di questi ragazzi, di queste persone, volendo passare per buoni”. 

Botta e risposta Viminale-Difesa
Il ministro dell’Interno chiede poi l’intervento del ministro della Difesa e del ministro dell’Economia per difendere i confini italiani: “Ogni tanto lo confesso, mi sento politicamente un po’ solo. Infatti chiederò al ministro della Difesa e al ministro dell’Economia che comandano la Marina militare e la Guardia di Finanza di aiutarci in questa battaglia di civilità, di legalità, per salvare vite: mi farebbe piacere che fossero al nostro fianco, al fianco del popolo italiano per difendere i confini, le leggi, lo spirito di un Paese. Fonti della Difesa, però, rispondono: “Da giorni abbiamo offerto supporto al Viminale sulla situazione di queste ore e il Viminale lo ha respinto, in più di una occasione. Questi sono i fatti”.  Risponde il Viminale: “In riferimento alle fonti della Difesa che sostengono di aver offerto supporto al Viminale, ottenendo risposta negativa, si segnala che il supporto è necessario per bloccare le navi che vogliono portare i clandestini in Italia e non per aiutarle nel trasporto”. 

Lo stallo della nave Alex prima dell’attracco
Poche ore prima di arrivare nelle acque di Lampedusa la ong aveva annunciato: “Di fronte alla intollerabile situazione igienico-sanitaria a bordo, Alex ha dichiarato lo stato di necessità e si sta dirigendo verso il porto di Lampedusa unico possibile porto sicuro di sbarco”. Il ministro dell’Interno, dopo oltre 24 ore nelle quali è continuato il tira e molla sull’intesa trovata da Italia e Malta per l’attracco a La Valletta, aveva affermato: “La nave dei centri sociali, che a quest’ora sarebbe già arrivata a Malta che aveva dato la disponibilità di un porto sicuro, infrange la legge, ignora i divieti ed entra in acque italiane. Le Forze dell’ordine sono pronte ad intervenire, vediamo se anche in questo caso la ‘giustizia’ tollererà l’illegalità: in un Paese normale arresti e sequestro della nave sarebbero immediati. Questi non sono ‘salvatori’, questi sono complici dei trafficanti di esseri umani”. Dopo l’intesa Italia-Malta mai sfociata nel reale ‘scambio’ di migranti per il braccio di ferro tra i due Paesi e la ong Mediterranea sulla necessità o meno dell’ingresso a La Valletta del veliero, la situazione si era sbloccata con la mossa della ong nella giornata in cui il ministro dell’Interno, pur ammettendo che Tripoli in questo momento non può essere un safety place per chiunque soccorra migranti in difficoltà, non cede sulla linea dura nei confronti di Alex e Alan Kurdi.

“Vuole lo scontro pur di andare a Lampedusa”, avevano spiegato fonti del Viminale in mattinata rispondendo al post di sabato mattina della ong Mediterranea che spiegava i motivi del rifiuto di traversata fino a La Valletta. L’Italia, continuavano le stesse fonti parlando di “impunità preventiva” richiesta dallla ong, “ha confermato ad Alex la disponibilità a scortarla a La Valletta, con trasbordo di immigrati su altre navi più sicure, a patto che entri nel porto e si sottoponga ai doverosi controlli di un Paese dell’Unione europea”. “Tutto questo è una follia. Queste persone sono stanche e provate, così come tutto l’equipaggio”, la risposta all’Adnkronos Luca Casarini di Mediterranea Saving Humans. 

Lo scontro Italia-Germania
Sabato, nella giornata in cui per la prima volta il capo del Viminale ha dichiarato la Libia “un porto non sicuro” e il suo omologo tedesco Horst Seehofer ha aperto all’accoglienza di “alcune” persone salvate “nell’ambito di una soluzione solidale europea”, è continuato lo scontro tra i due Paesi sulla gestione delle politiche migratorie. Seehofer ha scritto a Salvini chiedendo di rivedere la sua politica migratoria: “Ti chiedo urgentemente di riconsiderare la tua posizione sulla chiusura dei porti italiani. Le imbarcazioni che salvano i migranti non dovrebbero essere lasciate a vagare nel Mediterraneo, qualunque esse siano”. Il riferimento è alle navi delle ong salvano i migranti in mare: “Non bisognerebbe fare distinzioni tra chi soccorre i profughi, tra le nazionalità degli equipaggi o tra le bandiere delle navi”, conclude il ministro tedesco. Dura la risposta del ministro dell’Interno italiano: “Il governo tedesco mi chiede di aprire i porti italiani ai barconi? Assolutamente no. Chiediamo anzi al governo Merkel di ritirare la bandiera tedesca a navi che aiutano trafficanti e scafisti, e di rimpatriare i loro cittadini che ignorano le leggi italiane”.

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