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Nomine sanità, ok all’emendamento M5s ‘anti raccomandati’. Ma la Lega si astiene: “Il testo è palesemente incostituzionale”

La proposta di modifica, passato in commissione Affari Sociali della Camera, punta a togliere la discrezionalità dei presidenti delle Regioni sulle nomine dei dirigenti sanitari. Martedì il vicepremier Luigi Di Maio aveva avvertito gli alleati perché non bloccassero il testo, definito "anti-raccomandati". In caso contrario, aveva aggiunto, "sarebbe molto grave. Sarebbe un no al merito, alla trasparenza"
Nomine sanità, ok all’emendamento M5s ‘anti raccomandati’. Ma la Lega si astiene: “Il testo è palesemente incostituzionale”
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L’emendamento del M5s è passato in commissione Affari Sociali della Camera, ma con i soli voti dei grillini perché la Lega si è astenuta. E’ sul decreto Calabria che si consuma l’ultimo attrito tra le due anime del governo gialloverde. La proposta di modifica presentata dalla deputata 5 Stelle Dalila Nesci punta a togliere la discrezionalità dei presidenti delle Regioni sulle nomine dei dirigenti sanitari. Martedì il vicepremier Luigi Di Maio aveva avvertito gli alleati perché non bloccassero il testo, definito “anti-raccomandati”. In caso contrario, aveva aggiunto, “sarebbe molto grave. Sarebbe un no al merito, alla trasparenza“.

La norma mira a sottrarre la scelta del direttore generale della Asl “dalle mani dei partiti”, poiché l’indicazione non sarà più discrezionale ma correlata ad una graduatoria e quindi al merito, sulla base di requisiti che siano coerenti con l’incarico da attribuire. Il testo introduce, inoltre, una disposizione transitoria allo scopo di riordinare in maniera complessiva il sistema di nomine dirigenziali della sanità, oggetto di un disegno di legge del Movimento 5 stelle all’esame del Parlamento, spiegano fonti grilline.

“La Lega si è astenuta perché l’emendamento è palesemente incostituzionale, non perché non condivide la questione della trasparenza nella sanità”, ha commentato la vicepresidente della commissione, la deputata leghista Rossana Boldi. “C’è una sentenza della Corte costituzionale, la n.251 del 2016, che ha accolto il ricorso presentato dalla Regione Veneto sulle norme della legge Madia che riguardano lo stesso argomento – ha aggiunto la Boldi – dicendo che su materie concorrenti com’è la sanità, le decisioni spettano agli enti territoriali e non agli organi centrali. Quindi, in commissione abbiamo fatto presente che chiunque potrebbe poi ricorrere contro l’emendamento”. Il problema è “la preannunciata intenzione del M5S di togliere a tutte le Regioni, e non solo a quelle in dissesto, la responsabilità di nomina”, si legge in una nota dei i deputati della Lega in Commissione .

Il Carroccio poi rilancia ed esprime “grande soddisfazione per lo sblocco del turnover sulle assunzioni in sanità voluto dalla Lega per tutte le Regioni come previsto in un nostro emendamento al Decreto Calabria – scrivono ancora il leghisti – La Lega ha proposto questa estensione perché il problema della carenza cronica di personale sanitario è strutturale e diffuso in tutte le regioni ed è necessario dare a tutte questa opportunità”.

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