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Altaforte è fuori dal Salone del libro ma il Veneto compra e distribuisce i suoi libri nelle scuole

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La casa editrice di Casapound è fuori dal Salone del Libro di Torino e quindi la protesta è servita. E’ giusto così, perché il fascismo non è un’opinione ma un crimine. Ma la questione non può chiudersi qui. Mi chiedo perché la regione Veneto abbia acquistato e distribuito nelle scuole 2500 copie di un testo revisionista pubblicato dalle Edizioni Altaforte. Le ricerche dell’affidabilissimo gruppo di lavoro Nicoletta Bourbaki ci dicono che si tratta di fantasy, invenzioni, fiction.

E ancora: il comune di Verona ha comprato e regalato alle scuole e biblioteche un fumetto pubblicato dallo stesso editore fascista. Roba comprata con soldi pubblici che finisce tra le mani di ragazzi e ragazze che vengono formati con quel materiale. Parliamo degli stessi elementi che se proponi a scuola un testo contro il bullismo dichiarano che si tratta di opere diaboliche. Nel frattempo invece distribuiscono materiale revisionista e questo è gravissimo.

Ragazzi e ragazze leggono questi libri ma di certo non vengono informati sulla gran quantità di aggressioni fasciste che vengono realizzate in Italia. Sul web trovate un’accurata mappa di quello che succede. Dategli un’occhiata e poi dite se non c’è da discutere.

Il Veneto è famoso per altre iniziative che riguardano i libri. E’ il 2011 e la Regione a governo leghista chiede che nelle scuole e nelle biblioteche sia proibita la lettura di diversi libri, quelli di Saviano, di Wu Ming, di Lipperini, di Marco Paolini e altri. Gli Scrittori contro il Rogo di libri hanno scritto, assieme ad altri autori e autrici non citati nella lista nera, un documento per spiegare quello che stava accadendo ovvero che andavano evitati certi autori perché non in linea con le idee leghiste. Un pretesto, di sicuro. Scrittori e scrittrici censurati per ragioni puramente ideologiche. Il mondo all’incontrario, non c’è dubbio.

E’ ancora il Veneto che diventa protagonista di un’altra orribile azione di censura. A Venezia spunta la lista di 49 libri censurati per via del fantomatico quanto inesistente “pericolo gender”. Libri per bambini in cui i censori/inquisitori non trovavano storie con ruoli di genere chiaramente definiti. Il babbo fabbro e la madre casalinga. Il figlio che gioca con il babbo e la madre che gli cambia il pannolino. Così immagino debbano essere le letture preferite dei signori del family day. Libri che sensibilizzano contro il bullismo, di qualunque tipo, incluso quello omofobico, vengono messi al bando.

Ed è il Veneto, nell’amabile Verona, il luogo scelto per ospitare il congresso della famiglia in cui i partecipanti espongono idee medioevali che sono pericolose per tutti, uomini, donne, bambini. A Verona, insomma, c’era gente che voleva ristabilire “l’ordine naturale” fascista. Un ordine accennato con la mozione antiabortista che voleva riconoscere il concepito come “persona” così da poter mandare in galera le donne che abortiscono.

Mentre seguiamo con attenzione quello che accade a Casal Bruciato, ascoltando il Papa mentre dice che “Delinquente è chi crea la vendetta. Il cittadino di seconda classe è chi scarta gli altri“, sarebbe perciò utile capire che cosa succede in quella regione. Perché la regione Veneto finanzia una casa editrice fascista? Perché censura letture e le sostituisce con altre che corrispondono ad idee fasciste? Che ne pensate?

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