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Macedonia del Nord, il centrosinistra vince le elezioni presidenziali: sconfitto il partito nazionalista dell’ex capo di Stato

Il primo test elettorale dopo l'accordo con la Grecia per il cambio di nome premia il candidato del partito socialdemocratico, Stevo Pendarovski, che ha vinto al ballottaggio col 51,7 per cento dei voti battendo di 7 punti la candidata del partito nazionalista, Gordana Siljanovska-Davkova. Pendarovski era stato candidato alle elezioni del 2014 ma era stato sconfitto dall'esponente del partito nazionalista e presidente uscente Gjorge Ivanov
Macedonia del Nord, il centrosinistra vince le elezioni presidenziali: sconfitto il partito nazionalista dell’ex capo di Stato
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Il centrosinistra vince le elezioni presidenziali in Macedonia del Nord. Il primo test elettorale dopo l’accordo con la Grecia per il cambio di nome dello stato dei Balcani premia quindi il candidato del partito socialdemocratico, Stevo Pendarovski, che ha vinto al ballottaggio col 51,7% dei voti battendo di 7 punti la candidata del partito nazionalista, Gordana Siljanovska-Davkova che si era dichiarata contraria all’accordo sul cambio di nome.

Stevo Pendarovski, 56 anni, è un professore di Relazioni internazionali della University American College di Skopje e in passato è stato consulente per due presidenti macedoni, uno di centrodestra e uno di centrosinistra. Il docente era stato candidato alle elezioni del 2014, vedendosi però sconfiggere dall’esponente del partito nazionalista e presidente uscente, Gjorge Ivanov.

A giugno via ai negoziati con l’Unione Europea
Il Paese cambia così capo dello Stato dopo 10 anni: ora sia presidente che primo ministro (Zoran Zaev, eletto nel 2017) appartengono al partito di centrosinistra. La Macedonia del Nord nel giugno 2019 avvierà i negoziati per entrare nell’Unione Europea dopo che il Consiglio europeo ha accolto “con grande favore l’accordo sulla questione relativa al nome”. E il commissario Ue all’allargamento Johannes Hahn si è congratulato con Stevo Pendarovski: “Mi felicito per il prosieguo della collaborazione nell’agenda riformatrice dell’Ue, nell’ambito delle conclusioni fatte lo scorso anno dal Consiglio europeo che aprono la strada all’avvio del negoziato di adesione nel giugno 2019″.

Gli osservatori internazionali di Osce e Consiglio di Europa hanno dato un giudizio sostanzialmente positivo del turno di ballottaggio delle presidenziali. Preoccupazioni sono state espresse tuttavia riguardo al quadro giuridico e alle riforme necessarie a mantenere la fiducia degli elettori, nonché sulle modalità di finanziamento della campagna elettorale. Gli osservatori hanno detto di aver rilevato casi isolati di voto irregolare che non inficiano tuttavia la legittimità del processo elettorale nel suo insieme. Gravi anomalie erano state invece denunciate dal partito conservatore di opposizione Vmro-Dpmne.

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