Ho conosciuto Camilla Vivian qualche anno fa. Ho raccontato la sua storia. In punta di piedi ho bussato alla porta della sua famiglia. E mi sono fatta raccontare di lei e dei suoi figli. Quando nei giorni scorsi è uscita la notizia del protocollo del Comune di Reggio Emilia sulle tematiche gender ho chiesto a lei di aiutarmi a capire. Io potevo solo fare la cronista e dare la notizia. Camilla, dalla Spagna dove ha deciso di andare a vivere, mi ha risposto così.

Perché è importante l’iniziativa del comune di Reggio Emilia sui bagni neutri? Ve lo spiego con un esempio.

Un mese fa circa mi trovavo insieme a un ragazzo (nato però biologicamente femmina) e dovevamo andare in bagno. La prima volta lui va da solo: come sempre si dirige verso il bagno delle femmine poiché non avendo ancora iniziato un percorso ormonale il suo aspetto appare femminile ai più. L’inserviente dei bagni però lo richiama. Lui crede che voglia la mancia ma quando fa per dargliela il tipo dice che deve usare il bagno degli uomini essendo lui un maschio. Con una certa soddisfazione il ragazzo si dirige verso il servizio per i maschi, eppure anche con un grande timore: gli uomini dentro come lo percepiranno? Lo percepiranno maschio come l’inserviente o femmina o altro e potranno in qualche modo diventare per lui una minaccia?

Qualche ora più tardi siamo in stazione e anche io devo andare in bagno. Questa volta insieme ci dirigiamo verso il bagno delle donne. Io entro senza nessun problema. A turno ci teniamo la porta come succede di solito. L’inserviente anche questa volta inizia a guardarlo. Gli dice delle parole che non capiamo. Lui va in bagno. Io mi lavo le mani. Nessuno fa nulla di male. Il tipo continua a fissarci con sguardo aggressivo. Sto per intervenire ma taccio. Respiro ansia e stress anche se siamo stati educati e abbiamo solo fatto quello che dovevamo fare, come tutti. Eppure ci dobbiamo sentire in colpa di qualcosa. D’improvviso mi sento estremamente fortunata di poter correre in un bagno ogni volta che ne ho bisogno senza che questo sia un problema. Immagino che cosa voglia dire ogni singolo giorno (ogni-singolo-giorno) doversi ricordare di andare in bagno prima di uscire di casa affinché poi non ti scappi fuori per non trovarsi da sol* a dover andare in un bagno espost* a pericoli costanti, non sapere mai chi avrai di fronte nel momento in cui devi semplicemente fare pipì, una cosa che ogni persona deve poter fare senza che diventi un lavoro a tempo pieno.

Cambiare un cartello può cambiare la vita. Davvero. Avere un bagno neutro offre la possibilità a tutte le persone trans di sentirsi persone come tutti e io, da madre di una bambina trans, posso dire che sentirsi come gli altri è l’unica cosa che le persone trans chiedono. Le persone trans non hanno bisogno di “essere accettate” hanno bisogno di essere viste per ciò che sono a prescindere dalla biologia, a prescindere da una lettera sui documenti, a prescindere da un percorso ormonale fatto o meno che non cambia la loro essenza..

Offrire a tutti gli stessi diritti è molto semplicemente un segno di civiltà che aiuta tutti i cittadini a essere esseri umani degni di questo nome. La politica ha bisogno di esempi concreti e meno paroloni che nessuno capisce.

e.reguitti@ilfattoquotidiano.it

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