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Ultimo aggiornamento: 12:47 del 6 Aprile 2019

M5s, De Luca: “Multa a Rousseau? 50mila euro sono pure pochi. Fanno palle dirette, altro che democrazia diretta”

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Cinquantamila euro di multa a Casaleggio per la piattaforma Rousseau? Sono pure pochi. Cinquecentomila, cinque milioni gliene dovevano dare. Mi aspetto qualche altra multa più sostanziosa”. Così, nel suo consueto appuntamento settimanale su Lira Tv, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, commenta la sanzione comminata dal Garante della Privacy alla piattaforma Rousseau per non avere protetto adeguatamente i dati personali degli iscritti in occasione del voto online.

De Luca premette di avere assoluto rispetto per gli elettori del M5s, ma aggiunge: “Ma veramente si può immaginare che circo equestre che hanno messo in piedi sia la vera democrazia diretta? Queste sono le palle dirette, non la democrazia diretta. Sono le truffe consumate sulla pelle dei cittadini. Nessuno è in grado di controllare quello che accade sulla piattaforma Rousseau e la possibilità di fare imbrogli, di manipolare il voto diretto è dietro l’angolo ed è stata ampiamente praticata. Io non credo che quelli che hanno votato sulla piattaforma Rousseau fossero così ampiamente favorevoli a negare l’autorizzazione a procedere per Salvini. E’ stata un’altra grande palla. La quantità di imbrogli e di truffe che si stanno consumando sulla piattaforma Rousseau è inimmaginabile”.

De Luca si pronuncia anche sugli attriti tra il ministro dell’Economia Giovanni Tria e le forze politiche di governo, M5s e Lega: “Continua questo clima di accapigliamento continuo. Guardo con tenerezza e solidarietà al ministro Tria. Sono veramente dei malviventi. Come si fa ad accapigliarsi con un uomo mite come Tria? Il povero Tria sta cercando di dire con grande semplicità ai suoi colleghi di governo che i numeri non sono qualcosa di opinabile. I soldi non ci sono”.

E sottolinea: “Tria sta anche cercando di spiegare che è intenzione buona restituire soldi ai cittadini truffati delle banche. Ma questa intenzione deve essere tradotta in un provvedimento di legge che poi non sia impugnato né dalla Corte dei conti né dalla Comunità europea, altrimenti i cittadini vengono presi in giro. Sta solo dicendo cose di buon senso, ma si trova in un governo che ha la necessità di fare operazioni a brevissimo, prima delle elezioni europee. Tutto si deve consumare a minuti, almeno le cose propagandistiche. Poi le opere pubbliche possono aspettare”.

De Luca chiosa: “Per il reddito di cittadinanza, ad esempio, stiamo facendo la corsa per dare entro aprile la prima tessera. Si farà così una bella iniziativa con le televisioni e con la stampa, Di Maio prenderà la tessera e come l’ostia benedetta la darà al primo percettore. E poi magari verrà fuori che quel percettore del reddito di cittadinanza non aveva le carte a posto. Quindi, dovrà restituirlo. Nessuno però dice una cosa fondamentale: reddito di cittadinanza e quota 100 li pagheremo coi debiti. Costano 11 miliardi di euro. E sono 11 miliardi di euro di debiti”.

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