Duemila euro a chi iscrive il figlio alla classe quarta della scuola primaria di Riomaggiore. A lanciare questo appello contro lo spopolamento dell’istituto del piccolo borgo delle Cinque Terre è l’amministrazione comunale guidata da Fabrizia Pecunia. Negli ultimi anni il Comune ha dovuto far fronte a un calo demografico e di conseguenza a una diminuzione degli alunni che ha costretto l’ufficio scolastico regionale e territoriale a istituire le cosiddette “pluriclassi” dove bambini di diversa età fanno lezione insieme. Una soluzione che non piace certo ai genitori che di fronte a una scuola con questa offerta formativa preferiscono iscrivere il figlio altrove. Una ragione comprensibile ma alla quale ora la sindaca ha deciso di porre rimedio attraverso un bando per l’assegnazione di un contributo volto a promuovere e sostenere le iscrizioni nella scuola primaria.

“Negli anni – spiega il sindaco – abbiamo registrato un calo demografico sul nostro territorio. Siamo riusciti con investimenti importanti a mantenere aperto l’asilo nido. Da tre anni come amministrazione versiamo 25 mila euro all’anno. Per mantenere aperte le scuole medie lo scorso anno abbiamo investito 17mila euro. Ora abbiamo pensato a un’iniziativa diversa. L’obiettivo è quello da un lato di aiutare le famiglie fornendo loro dei servizi e dall’altro quello di cercare di mantenere un’offerta formativa adeguata evitando la pluriclasse e la conseguente decisione delle famiglie di portare i bambini altrove”.

Il bando è rivolto a chi ha un figlio che frequenterà la quarta, la classe che rischia di scomparire e di finire con altri bambini. Entro il 15 febbraio chi ha i requisiti in regola potrà presentare all’amministrazione la domanda per ottenere il bonus dei due mila euro. Ma non basta. L’amministrazione per favorire l’iscrizione delle famiglie ha pensato anche di donare i libri alle famiglie delle scuole medie. Una lotta contro lo spopolamento fatta a partire dalla scuola.

“Abbiamo la necessità – racconta il primo cittadino – di far vivere le persone sul nostro territorio. Le Cinque Terre sono conosciute a livello internazionale, abbiamo tre milioni e mezzo di persone che visitano le nostre zone ma facciamo fatica a mantenere aperti i negozi nel periodo invernale. Per incentivare le botteghe ad alzare la serranda abbiamo dovuto mettere sconti sulla Tari e legare la pianificazione delle aperture alla concessione del suolo pubblico”.

Da qui la strategia dell’amministrazione: se c’è una scuola con un’offerta formativa valida le famiglie resteranno in paese e le stesse botteghe avranno interesse a tenere aperto anche nei periodi in cui non c’è un’affluenza turistica. “La scuola – conclude Pecunia – è la realtà che ha le radici più profonde nella comunità. Vogliamo porre l’attenzione su questa criticità: un paese come il nostro è visitato e conosciuto ma fa fatica a sopravvivere a causa dello spopolamento. Dobbiamo invertire questa tendenza attraendo famiglie”.

Articolo Precedente

Sardegna, protesta pastori non si ferma: “Soluzione o blocchiamo seggi Regionali”. Centinaio: “Hanno ragione, ci parlerò”

next
Articolo Successivo

Torino, nuovi scontri: anarchici lanciano molotov nel carcere, crolla capannone. Questore: “Asilo era covo di sovversivi”

next