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Smartphone a scuola, lo confesso: anch’io lo uso. Anche se dovrei dare l’esempio

Smartphone a scuola, lo confesso: anch’io lo uso. Anche se dovrei dare l’esempio
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di Antonio Deiara

Lo confesso: anch’io utilizzo lo smartphone e “rumino” il chewing gum a scuola, al di fuori del mio lavoro in aula Musica. Ma, giunto di fronte agli alunni, spengo il telefonino e getto la gomma da masticare nel cestino del “secco”. L’esempio permane l’insegnamento più efficace. La scuola deve recuperare il suono del silenzio, l’attenzione libera dalla vibrazione di una telefonata o di un messaggio, dall’ansia di essere sempre connessi.

Il suono del silenzio, soprattutto nella scuola del Terzo Millennio, deve vincolare docenti e alunni, nel rispetto di un tempo “dedicato” all’apprendimento che non può essere trasformato in tempo “sottratto” all’istruzione. Il professore è tenuto a dedicare totalmente l’intera ora di lezione a quella classe e a quegli alunni; per le urgenze, la Segreteria può ricevere le telefonate e informare l’insegnante interessato. Lo studente ha l’obbligo disciplinare di prestare la massima attenzione all’attività didattica in fieri a favore della classe alla quale appartiene; anche per lui, la Segreteria governa le urgenze. Il mancato svolgimento della lezione da parte del docente per motivi di “dipendenza da smartphone”, al di là delle responsabilità deontologiche, civili e penali, rende il maestro moralmente indegno del titolo e del ruolo. In altre parole, l’insegnante che trascorre il tempo al telefonino in orario di lezione, “ruba” un pezzo di futuro ai propri alunni. L’uso del telefonino a danno dell’attenzione e della partecipazione alla lezione da parte del discente, costituisce un “tradimento” del “Patto formativo”, da sanzionare.

L’impiego didattico dello “smartphone” è un altro discorso, legato alla programmazione delle diverse discipline e alle tematiche delle singole lezioni. Nella mia attività didattica in aula Musica utilizzo batteria, chitarre acustica ed elettrica, tastiere elettroniche, basso elettrico, impianto voci e console dee-jay. L’Educazione musicale cura l’impiego e la comprensione del linguaggio dei dodici suoni, grazie al fare e all’ascoltare musica di qualità. Educare all’ascolto, soprattutto in questi tempi tracimanti rumorose chiacchiere virtuali, è fondamentale. Il suono del silenzio, i docenti devono conquistarlo tutti i giorni, a partire dal gesto educativo dello spegnere lo smartphone appena entrati in aula, di fronte agli studenti.

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