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Matera, blitz anti-caporalato: 14 arresti, c’è anche un dipendente comunale

Oltre 200 lavoratori venivano sfruttati fino a 18 ore al giorno, con un'unica pausa di mezz'ora. Per gli inquirenti due romeni, alla guida del sodalizio, avrebbero tratto un profitto di 1,3 milioni di euro. Coinvolti due dipendenti di un patronato Uil
Matera, blitz anti-caporalato: 14 arresti, c’è anche un dipendente comunale
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Quattordici persone sono state arrestate mercoledì mattina durante un’operazione contro lo sfruttamento di manodopera nei campi agricoli. L’ennesimo caso di caporalato viene dalla Basilicata, dove i carabinieri hanno scoperchiato quella che per la procura di Matera era un’associazione a delinquere guidata da una coppia di romeni, finiti in carcere. I due, secondo gli investigatori, avrebbero ottenuto un profitto illecito di oltre 1,3 milioni di euro, anche attraverso le liquidazioni e i benefici versati sui conti correnti intestati ai lavoratori, ma nella loro disponibilità. Gli oltre 200 lavoratori, tutti romeni, venivano impiegati fino a 18 ore al giorno, con un’unica pausa di mezz’ora.

Tra gli arrestati c’è anche un dipendente del Comune di Scanzano Jonico, in provincia di Matera: ora è ai domiciliari con l’accusa di corruzione per aver agevolato, in cambio di denaro, il rilascio di carte d’identità chieste dai caporali per i lavoratori. Nei confronti di due dipendenti di un patronato della Uil a Marconia di Pisticci, sempre nel Materano, invece, il gip ha disposto rispettivamente il divieto di dimora e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Le indagini, che hanno riguardato il periodo compreso tra maggio 2014 e maggio 2018, sono partite dalla denuncia di uno dei lavoratori sfruttati, rivoltosi in precedenza all’ambasciata romena: l’uomo ha raccontato di essere arrivato in Italia dopo aver visto su Facebook una proposta di lavoro nei campi del Metapontino e dopo aver pagato 150 euro a un intermediario.

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