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Sfera Ebbasta indagato a Pescara per istigazione all’uso di stupefacenti dopo gli esposti multipli dei senatori di Forza Italia

Lo riporta il quotidiano Il Centro spiegando che l'inchiesta è stata aperta a seguito di un esposto presentato dai senatori di Fi Malan e Mallegni in 18 Procure per "istigazione all'uso di sostanze stupefacenti". Volendo impedire al rapper di manifestare liberamente il suo repertorio artistico rischiano di aumentarne l'attrattiva facendolo entrare a forza nel tempio dei cantanti maledetti già affollato di illustri precedenti

di F. Q.

Hendrix, Jagger, Lou Reed, Morrison, Joplin. E ora l’accusa di “cattivo maestro” colpisce anche Sfera Ebbasta. Due senatori di Forza Italia hanno denunciato Gionata Boschetti, il trapper al cui concerto si consumò la tragedia della Lanterna Azzurra di Corinaldo. “Prospetta l’uso di droghe come stile di vita e simbolo del successo” hanno sostenuto in un esposto  Lucio Malan e Massimo Mallegni, e la procura di Pescara ha deciso di indagare l’artista con l’ipotesi di istigazione all’uso di sostanze stupefacenti. La notizia è riportata dal quotidiano abruzzese Il Centro. Malan e Mallegni avevano presentato l’esposto in 18 procure italiane spiegando che oltre a “frequenti oscenità”, i testi delle canzoni di Sfera “si riferiscono pressoché tutti all’uso di droghe e spesso al loro spaccio, senza mai accennare alle negatività di tali pratiche, anzi prospettando tale stile di vita come simbolo di successo”. Di qui la decisione dei magistrati abruzzesi di dare incarico di svolgere specifiche indagini alla polizia giudiziaria  a carico dell’artista il cui nome resta tristemente legato alla tragedia della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo (Ancona), “dove la notte tra il 7 e l’8 dicembre scorsi persero la vita 6 persone, cinque giovanissimi tra i 14 e i 16 anni, e una madre che accompagnava la figlia”. Il 12 luglio scorso Sfera Ebbasta, si ricostruisce nell’articolo de Il Centro, ha tenuto una serata nell’ambito del Terrasound Festival e in quella avrebbe espressamente inneggiato al consumo. Un reato, secondo il testo unico sulla droga (art. 82  legge 309/1990), al quale i due senatori ancorano la loro denuncia ergendosi a paladini di una lotta contro testi, musiche e manifestazioni che può essere letta in modi diversi.

Una legittima manifestazione di preoccupazioni sociali e genitoriali, il rigurgito di censure da secolo scorso che hanno colpito ben altri artisti della musica e oggi suonano anacronistiche. Non mancherà una lettura più malevola, stavolta, verso i due esponenti politici che – grazie alla loro campagna legalitaria e moralizzatrice – escono dall’anonimato e si conquistano lo spazio già arato prima di loro dai Giovanardi, dalla destra legalitaria e  dagli ultra cattolici. La vicenda sarà certamente motivo di polemiche e dibattito, perché i magistrati hanno l’obbligo dell’azione penale, ma la denuncia rievoca  precedenti di più illustri censure. Malan e Mallegni,  in forte ritardo, tentano l’impresa di far entrare il trapper di Sesto San Giovanni nel tempio dei cantanti “maledetti”. Col rischio di ottenere l’effetto opposto, di celebrarlo e mitizzarlo agli occhi dei ragazzini fatalmente attratti dal “proibito”.

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