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Teodosio Losito, morto a 53 anni lo sceneggiatore di serie amate dal pubblico tv come Il bello delle donne

Il critico Aldo Grasso lo aveva definito autore di "storie ultrapop, con un velo di estetica queer", Losito aveva replicato: "Ma cosa vuol dire? Provate a chiederlo a uno spettatore, non lo sa. È lo snobismo dei critici che in passato hanno ucciso il cinema e ora ci provano con la televisione"

di Giuseppe Candela

E’ morto a 53 anni Teodosio Losito, sceneggiatore che negli anni ha realizzato serie tv di successo per Mediaset in coppia con il produttore Alberto Tarallo di Ares Film, un sodalizio ventennale capace di creare un genere tanto amato dal pubblico quanto bocciato dalla critica. L’autore è stato trovato senza vita nella sua abitazione, in ambienti investigativi interpellati dall’agenzia Ansa si propende per l’ipotesi del suicidio.

Da Manuela Arcuri a Gabriel Garko, da Sabrina Ferilli a Giuliana De Sio, da Virna Lisi a Nancy Brilli: questi alcuni volti dei titoli di maggior successo da lui firmati. Una lista lunga che risulta familiare agli spettatori: L’onore e il rispetto, Il peccato e la vergogna, Baciamo le mani, Il bello delle donne e tantissimi altri. “Il mio successo è dovuto al caso e forse anche al talento, il discorso tecnico l’ho dovuto imparare sul campo“, aveva detto in un’intervista a Panorama.

Nel 2018 si era concluso il contratto di esclusiva con Mediaset dopo la messa in onda di Furore 2, ultima fiction trasmessa da Canale 5. Il critico Aldo Grasso lo aveva definito autore di “storie ultrapop, con un velo di estetica queer“, Losito aveva replicato: “Ma cosa vuol dire? Provate a chiederlo a uno spettatore, non lo sa. È lo snobismo dei critici che in passato hanno ucciso il cinema e ora ci provano con la televisione. Che sono omosessuale lo sanno tutti, io e Tarallo non lo abbiamo mai nascosto. Grasso sarà inciampato con lo sguardo sulle maglie della veletta che indossa quando scrive col piglio da maestrina”.

Dopo giovane aveva tentato la carriera musicale partecipando anche al Festival di Sanremo nel 1987 con la canzone “Ma che bella storia”, nel 1995 e il 1996 aveva poi collaborato con Grande Hotel dove era impegnato come attore di fotoromanzi. Il suo percorso da sceneggiatore sarebbe iniziato poi dal 2001.

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