Da una parte Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, di nuovo insieme dopo il ritorno in Italia dell’ex deputato M5s, registrano un videomessaggio dalle piste da sci per annunciare che nel 2019 regaleranno agli italiani “una bella legge per tagliare gli stipendi a tutti i parlamentari della Repubblica”. Dall’altra Matteo Salvini, da Bormio, replica: “Giusto tagliare sprechi e spese inutili, è nel contratto di governo e lo faremo. Ma per la Lega le priorità degli Italiani sono cose anche più concrete”. Ovvero l’anno nuovo riprende da dove era finito quello vecchio. Archiviata la legge di Bilancio e dopo il discorso di Sergio Mattarella che ha chiesto maggiore centralità del Parlamento, Lega e M5s pensano già alla sfida che terrà banco per tutte le prossime settimane: la campagna elettorale per le Europee e quindi come rilanciare i propri cavalli di battaglia. I due leader 5 stelle, riuniti per l’occasione, cercano di ricompattare il gruppo ripartendo da una delle proposte di legge storiche e che i grillini hanno già applicato autonomamente all’interno del gruppo. Obiettivo è anche quello di riuscire a far dimenticare le quattro espulsioni di fine anno (dove la più dolorosa è senza dubbio quella del comandante Gregorio De Falco) e cercare di frenare l’avanzata del Carroccio. Salvini dal canto suo sceglie di replicare direttamente, ricordando quelle che invece sono le priorità del Carroccio: “Avanti con il taglio delle tasse, estensione della Flat Tax e della pace fiscale, taglio della burocrazia e revisione del Codice degli Appalti, cancellazione definitiva della legge Fornero, approvazione dell’Autonomia e finalmente una legge nuova che garantisca il diritto alla legittima difesa”.
A poche ore dalle quattro espulsioni dal Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio ha voluto pubblicare due messaggi di fine anno rivolti direttamente agli elettori e sostenitori M5s. Il primo è comparso su Twitter nel pomeriggio del 31 dicembre: “La regola dei due mandati non è mai stata messa in discussione e non si tocca. Né quest’anno, né il prossimo, né mai. Questo è certo come l’alternanza delle stagioni”. Il secondo ha scelto di farlo insieme ad Alessandro Di Battista, rientrato dal viaggio in Sud America dopo 7 mesi: “Nel 2019”, hanno detto nel corso di una diretta Facebook da una pista da sci, “vi regaleremo una bella legge per tagliare gli stipendi a tutti i parlamentari della Repubblica”. Due messaggi studiati per richiamare alle origini e all’ortodossia del Movimento, cercando di ricompattare il gruppo intorno a principi e battaglie da sempre ritenute fondamentali per i 5 stelle. Il 2018 infatti per i grillini si è chiuso con un trauma che difficilmente non avrà contraccolpi dentro e fuori il gruppo: il ritorno delle espulsioni e quindi la cacciata di un personaggio simbolo come Gregorio De Falco. “Nessuno è indispensabile”, ha detto Di Maio. Ma lui stesso sa bene che il processo di accettazione sarà molto più difficile di così.
Il 31 dicembre il leader M5s ha deciso di intervenire sulla difficile questione della regola del secondo mandato che, da sempre, prevede che gli eletti 5 stelle non possano svolgere più di due mandati elettivi e che lo stesso Beppe Grillo ha sempre difeso. La norma è stata più volte messa in discussione da fronti dissidenti, ma ultimamente non sono mancate le perplessità anche tra i fedelissimi del leader M5s. Il precedente più rilevante risale ai tempi della formazione del governo Lega-M5s: in quelle settimane, il timore che l’esecutivo cadesse dopo poco tempo e il rischio di tornare alle urne, avevano spinto ad accettare una deroga eccezionale per quegli eletti. Una deroga che però a questo punto non dovrebbe valere più. Eppure, ora che i grillini si preparano alle Europee, la questione torna a presentarsi. E, secondo alcune ricostruzioni, non si sarebbe escluso di rivedere la disposizione. Anche per questo le parole di Di Maio hanno fatto molto rumore: “Non si tocca né ora né mai”, è stato il concetto. Ed è difficile immaginare ora che possa rimangiarselo.
La regola dei due mandati non è mai stata messa in discussione e non si tocca. Né quest’anno, né il prossimo, né mai. Questo è certo come l’alternanza delle stagioni e come il fatto che certi giornalisti, come oggi, continueranno a mentire scrivendo il contrario.
— Luigi Di Maio (@luigidimaio) December 31, 2018
Significativo anche il ritorno sulla scena di Di Maio insieme ad Alessandro Di Battista. I due hanno deciso di trascorrere il capodanno insieme, per fare il punto della situazione politica e pure, tra le altre cose, dare un’immagine di sintonia che negli ultimi mesi è stata messa in dubbio più di una volta. Di Battista è una delle voci più ascoltate dentro il Movimento e proprio i suoi interventi sulla politica nazionale, mentre in contemporanea era in viaggio in Sud America, hanno creato non pochi malumori. Oggi i due si sono mostrati insieme per la prima volta dopo mesi e hanno fatto un augurio di buon anno per il 2019. Come previsto, non c’è stato l’annuncio di una candidatura di Di Battista in Europa o per altri compiti: l’ipotesi era già stata rifiutata dall’ex deputato in persona prima di tornare. “Oggi la cosa che posso augurarmi per il 2019 è di fare le cose che vi piacciono, fate sempre le cose che vi rendono felici”, ha detto Di Maio nel video su Facebook. “Sicuramente sono stati anni difficili in cui abbiamo dovuto fare delle battaglie grosse, ma ci è sempre piaciuto combattere quei signori che utilizzavano i soldi pubblici o le leggi dello Stato per privilegiarsi di una serie di diritti di cui non dovevano godere. Quindi fare le cose che piacciono è alla base di qualsiasi cosa. Vi auguro un grande 2019”. E ha chiuso: “Vi ringraziamo tutti perchè ci siete stati vicino e senza di voi non saremmo andati da nessuna parte. Abbiamo ancora tante cose da fare, siamo solo alla fine dell’inizio. Ieri sera vi abbiamo promesso che vi regaleremo una bella legge per tagliare gli stipendi a tutti i parlamentari della Repubblica”. Dopo di lui ha parlato Di Battista: “Sono d’accordissimo su questa cosa, fare le cose che danno passione, è stato bello per me rivedere Luigi dopo sette mesi. E’ stato un 2018 in cui abbiamo combattuto quella classe di italiani privilegiati che si è opposta al cambiamento, che ci sta combattendo anche in questi giorni: stiamo bloccando le pensioni d’oro, stiamo bloccando un sacco di cose che avevamo promesso avremo tagliato e le stiamo tagliando e soprattutto un 2018 in cui ci siete stati vicini, ci avete voluto bene e noi per questo vi ringraziamo, perché senza di voi non saremmo andati da nessuna parte”.