Una foto con due tigri libere tra le persone sulla spiaggia di Forte dei Marmi e scoppia la polemica. Protagonista il tenore Andrea Bocelli apparso nelle scorse ore, assieme ai tre figli e alla moglie Veronica Berti, a sedere sulla sabbia a pochi centimetri da due enormi tigri. La fotografia è stata pubblicata sulla pagina Instagram del prestigioso stabilimento balneare Alpemare, a Forte dei Marmi, di proprietà della famiglia Bocelli. Parecchie le reazioni indignate sui social e sui siti web dei giornali locali della Versilia dove le foto è stata mostrata. “Le tigri dovrebbero stare nei loro luoghi di appartenenza, così come tutti quegli animali per cui è possibile, come quelli nei circhi”, scrive ad esempio un utente italiano. Ma è sulla pagina Instagram dello stabilimento Alpemare, bagno di lusso noto in tutto il mondo, che si scatenano i commentatori in lingua inglese e spagnola: “Animali meravigliosi ma non è nella loro natura coesistere di fianco agli uomini”; “Odio questa foto perché sembra quelli di cacciatori che posano con le loro prede uccise”; “Spero vi sbranino”.

“Dispiace che un grande artista come Bocelli, una persona che dovrebbe avere una sensibilità particolare verso i più deboli, gli ultimi degli ultimi, come gli animali, gli anziani, i bambini, non abbia compreso che è un gesto pericoloso e diseducativo perché a questi animali è stata tolta la libertà e sono stati costretti ad esercizi contro la loro natura. Oltretutto la tigre è un animale in via d’estinzione e la tigre con il mantello bianco in modo particolare”, afferma Walter Caporale, presidente degli Animalisti Italiani. Secondo Caporale per poter portare due tigri su una spiaggia italiana servono diversi permessi: un’autorizzazione del CITES sulla provenienza degli animali, uno dell’Ausl per avere due veterinari sul set, e una del Corpo Forestale dello Stato ora accorpato ai Carabinieri. “Questa foto mi ricorda quelle immagini della criminalità organizzata che esibiscono la loro superiorità mostrando animali feroci vicino a loro – continua Caporale – vorrei ricordare al maestro Bocelli che fino al secolo scorso tra spiagge, circhi e parchi venivano esibiti come inferiori gli animali, le persone nane e di colore, i disabili, o gli indiani d’America”.

“Per il cinema e gli shooting fotografici in Italia siamo ai vertici della protezione degli animali. Quelli più pericolosi hanno sempre un trainer vicino e soprattutto sono altamente fidelizzati al limite dell’imprinting”, racconta al FQMagazine Claudio Mangini, addestratore ed educatore, tra gli altri dell’orso apparso ne Il racconto dei racconti di Matteo Garrone. “Siamo talmente attenti che paradossalmente rischiamo che nessuno venga nemmeno più a girare qui. Anche solo per un cane su un set devono esserci almeno un veterinario e un rappresentante di un’associazione animalista. In Francia e Spagna non chiedono nemmeno un documento. Invece nell’Est, ad esempio in Ungheria, se servono due lupi sono buoni di andarli a prendere nel bosco in poche ore”. Abbiamo provato a contattare direttamente lo stabilimento balneare Alpemare, l’ufficio stampa di Andrea Bocelli, e l’addestratore delle tigri della foto Gianni Mattiolo, senza risultato.

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