Insieme a Ciccio Graziani e Paolo Pulici fu l’eroe dell’ultimo scudetto con del Torino del 1976. È morto all’età di 83 anni Luigi Radice. Da tempo malato di Alzheimer, l’allenatore si è seduto anche sulle panchine di Milan, Fiorentina, Roma e Inter. Soprannominato “il tedesco”, Gigi Radice era un amante del “calcio totale” espresso in quegli anni da Olanda e Ayax.

Nato a Cesaro Maderno, in provincia di Milano, il 15 gennaio del 1935, Radice ha vissuto una carriera da calciatore di grande livello come difensore, durata circa dieci anni. Vestite le maglie di Milan, Triestina e Padova, con i rossoneri conquista tre scudetti (1956/1957) e, sopratutto, la storica prima Coppa Campioni di una squadra italiana, battendo 2-1 a Wembley il Benfica di Eusebio. Per lui anche 5 convocazioni con la Nazionale maggiore. Lasciato il calcio nel 1965, ad appena trent’anni, ha iniziato subito la carriera in panchina nel Monza. La stessa squadra con cui terminerà, trenta anni dopo, la sua seconda carriera nel calcio al termine del Serie C1 1996/1997. Dopo le due stagioni nella provincia lombarda (1966-1968), Radice guiderà Treviso, Cesena (condotta per la prima volta in massima serie), Fiorentina e Cagliari. Queste ultime che tornerà a dirigere negli anni ’90.

Il nome di Gigi Radice è legato però indissolubilmente a quello del Torino, con cui conquistò il primo e (finora unico) tricolore dei granata dopo la tragedia di Superga del 1949. Lo scudetto di quella stagione sarà anche l’unico vinto da allenatore. Oltre che di Pulici e Graziani, era il Torino del “poeta” Claudio Sala, del “giaguaro” Castellini, di Pecci, Zaccarelli e del presidente Pianelli. Un’annata incredibile che vide la squadra granata trionfare contro i cugini della Juventus, con Pulici capocannoniere del campionato con 21 reti. Negli anni successivi l’allenatore porterà il Toro a un secondo (a -1 dalla Juventus campione), terzo e quinto posto. Tornerà sotto la Mole nel 1984 – conquistando subito un secondo posto dietro alla rivelazione Verona – rimanendo in granata fino al 1989, quando decise di trasferirsi, senza grande fortuna, alla Roma. 

Soltanto due settimane fa è stato presentato il libro di “Gigi Radice. Il calciatore, l’allenatore, l’uomo dagli occhi di ghiaccio”, che racconta la sua storia scritto da Francesco Bramardo e Gino Strippoli.

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