Il Senato va in vacanza per dieci giorni. La conferenza dei capigruppo ha concesso ai parlamentari un “ponte” di tutto rispetto a cavallo delle festività di inizio novembre: l’aula si è riunita l’ultima volta nel pomeriggio di giovedì 25 ottobre per le interrogazioni a risposta immediata al Governo (il cosiddetto question time) e non lo farà fino a lunedì 5 novembre, quando, dalle 9.30 in poi, voterà la conversione in legge del decreto Salvini. È dalla pausa estiva (durata più di un mese, dall’8 agosto al 10 settembre) che l’assemblea di palazzo Madama non resta inattiva così a lungo. L’anno scorso, nello stesso periodo (ma in una diversa legislatura) era stato fatto anche di peggio: due settimane intere, dall’1 al 14 novembre.

I temi sul tavolo, in realtà, sono tanti: in ballo c’è il decreto sicurezza, appunto, ma anche le nuove disposizioni in materia fiscale e la legge europea per il 2018. Lavoreranno le commissioni, ma la gran parte è convocata per la sola giornata di martedì 30, e si tratta quasi sempre di riunioni in sede consultiva o audizioni. Va meglio alla Camera: l’aula di Montecitorio si riunirà lunedì 29, martedì 30 e mercoledì 31 ottobre per proseguire la discussione del decreto Genova, iniziata mercoledì 24. L’approvazione definitiva è prevista nella seduta mattiniera del 31.

Ma di cosa si occuperanno i  senatori costretti a lavorare a metà del ponte lungo? Gli ordini del giorno delle commissioni convocate (11 su 14: mancano Giustizia, Affari esteri e Agricoltura) prevedono quasi solo attività in sede consultiva. Significa che i senatori saranno chiamati a dare un parere su leggi che afferiscono ad altre commissioni per gli aspetti di propria competenza. Quando si riuniscono in sede consultiva, le commissioni non partecipano alla funzione legislativa, ma si limitano ad osservazioni su testi redatti da altri (governo o parlamentari). Normalmente, invece, la loro funzione è quella di elaborare il testo che poi sarà discusso in aula (sede referente) o di votarlo articolo per articolo, rimettendo la decisione finale all’assemblea (sede redigente). In casi particolari, le commissioni possono approvare autonomamente una legge (sede deliberante).

I pareri calendarizzati durante i dieci giorni di inattività dell’aula, però, non sono di poco conto: arriveranno il decreto fiscale e sul decreto sicurezza, provvedimenti su cui tutte e 14 le commissioni sono chiamate a dire la loro. Martedì, sul condono e sulla rottamazione si esprimeranno le commissioni Lavoro, Industria e Istruzione; mercoledì toccherà alla commissione Igiene. Sul decreto-legge voluto dal ministro dell’Interno Salvini, invece, devono votare ancora la commissione Politiche europee (lunedì 29), la commissione Finanze e quella Bilancio (martedì 30). Resta da vedere quanti senatori accetteranno di tornare a Roma, spezzando dieci giorni di ferie, per fornire un parere che il governo non è tenuto a considerare.

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