Il caso di Dj Fabo e di Marco Cappato è arrivato in Corte costituzionale. I giudici della Consulta hanno ascoltato tutte le parti, in particolare gli avvocati che rappresentano il leader radicale dell’associazione Luca Coscioni, accusato di istigazione e aiuto al suicidio e i rappresentanti dell’avvocatura dello Stato, in rappresentanza del governo. In udienza era presente Valeria Imbrogno, compagna di Dj Fabo, ma anche Mina Welby, Filomena Gallo (segretaria dell’associazione Coscioni), la moglie di Cappato Simona Voglino Levy e i magistrati della Procura di Milano che hanno chiesto il rinvio alla Corte costituzionale, il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il sostituto Sara Arduini. Cappato è infatti finito sotto processo di fronte alla Corte d’assise di Milano per l’articolo 580 del codice penale: è accusato di aver accompagnato in Svizzera Fabiano Antoniani, da tutti conosciuto come dj Fabo, tetraplegico, cieco e non più autosufficiente dopo un incidente, che aveva manifestato la volontà di ricorrere a un suicidio assistito. È stata proprio la Siciliano a chiedere in aula, a febbraio, di inviare il fascicolo alla Consulta per valutare la legittimità di un reato introdotto col codice Rocco, il codice penale introdotto dal regime fascista nel 1930: una richiesta poi accolta dai giudici della Corte d’assise. La Consulta dovrebbe comunicare l’esito della decisione già in serata. Il giudice relatore è Franco Modugno; tra gli avvocati di Cappato c’è anche la stessa Filomena Gallo, mentre il governo – che si è costituito a difesa della legge – è rappresentato dall’avvocato dello Stato Gabriella Palmieri.  Il Movimento per la vita, il Centro studi Livatino e l’associazione Vita sono stati esclusi dalla costituzione in giudizio.

Cappato ha voluto ringraziare Fabiano per aver deciso di “agire pubblicamente invece che nella clandestinità. Attendo con il massimo rispetto qualunque debba essere la decisione della Corte Costituzionale: è un’azione in cui io stesso mi sono autodenunciato, un’azione di disobbedienza civile e di obbedienza a quello che ho ritenuto un dovere morale di aiutare Fabiano. Comunque andrà sarà un’occasione per fare chiarezza per altri casi e altre persone che si trovano nella stessa condizione”.

“Sono qui anche a nome di Fabiano, chiedo alla Corte costituzionale di avere l’apertura mentale che possa aiutare tutte le persone che si trovano in una situazione simile” ha detto al termine dell’udienza Valeria Imbrogno, la compagna di Fabo. “La sua – ha aggiunto – era una vita che non aveva più qualità del vivere. Chiedo che venga sancito il diritto di poter scegliere”. In aula i legati di Cappato hanno ribadito di chiedere “non che venga riconosciuto un diritto a morire ma il diritto a essere aiutati” quando ci sono situazioni estreme. “Le richieste poste – ha spiegato l’avvocata Gallo – riguardano ipotesi del tutto eccezionali, malati affetti da patologie irreversibili, con dolore senza speranza, situazioni che irragionevolmente ricadono nell’orbita dell’articolo 580 del codice penale” producendo “una compressione irragionevole dei diritti“. “Ci sono casi – ha aggiunto un altro legale, Federico Manes – in cui la pulsione alla morte supera quella alla vita. È ancora suicidio la scelta di un congedo dalla vita di chi ha un corpo che si è congedato dalla persona, di un individuo che è scisso dal corpo?”.

In rappresentanza del governo ha difeso l’articolo del codice penale l’avvocato dello Stato Gabriella Palmieri: i giudici, ha sostenuto, “avrebbero potuto decidere con un’interpretazione e un’applicazione costituzionalmente orientata”, perché “ci sono condotte che sono di per sé di carattere solidaristico”.  “Su questi temi – ha aggiunto – bisogna lasciare al legislatore lo spazio per trovare un punto di equilibrio. Le norme dell’articolo 580 del codice penale riguardano la tutela della vita ma anche la tutela dell’autodeterminazione del singolo da agenti esterni che potrebbero condizionarlo. Si tratta di norme che benchè del 1930 non sono obsolete e prevedono una gradazione nella pena”. Quindi, secondo Palmieri, il giudice ha a disposizione gli strumenti per valutare i singoli casi e lo ha fatto per esempio “con la sentenza su un gioco di ruolo come Blue Whale” dove la Cassazione dovendo decidere sul caso di un uomo che era imputato di istigazione al suicidio – suicidio che poi non si è verificato – ha deciso per l’assoluzione rispetto a questo reato.

Polemico sulla posizione del governo lo stesso Cappato: “Avevo capito che tra gli obiettivi di questo governo ci fosse la rapida e certa trattazione delle leggi di iniziativa popolare. Noi da 5 anni attendiamo l’intervento del legislatore sulla nostra legge di iniziativa popolare per l’eutanasia legale“. Cappato si rivolgedirettamente al presidente del Consiglio Giuseppe Conte: “Se un presidente del Consiglio a nome del governo interviene in giudizio contro di me invocando l’inammissibilità e infondatezza della questione rimandando all’intervento del legislatore, questa è un’assunzione di responsabilità politica“.

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