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Brescia, la Procura apre inchiesta sui casi di polmonite: 138 in ospedale. Regione: “Si ipotizza causa legionella”

L’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera ha rassicurato che sui casi registrati "stiamo facendo tutto ciò che si può fare. Sia con l’investigazione sui campionamenti fatti per capire se il vettore sia l’acqua, sia interrogando i pazienti per capire se c'è un elemento che li accomuna". Con una nota il ministero della Saluta fa sapere che "stanno monitorando la situazione"
Brescia, la Procura apre inchiesta sui casi di polmonite: 138 in ospedale. Regione: “Si ipotizza causa legionella”
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La Procura di Brescia ha aperto un’inchiesta sui casi di polmonite che si stanno verificando da giorni nella Bassa Bresciana Orientale. È salito infatti a 138 il numero degli accessi in Pronto soccorso nelle ultime ore, di cui 124 ricoverati. Sono i Carabinieri del Nas a raccogliere i dati relativi ai contagi e sono in contatto con i vertici di Ats (Agenzia tutela della salute). “Abbiamo la certezza che si tratti di polmonite batterica” l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera che rassicura “stiamo facendo tutto ciò che si può fare. Sia con l’investigazione sui campionamenti fatti per capire se il vettore sia l’acqua, sia interrogando i pazienti per capire se c’è un elemento che li accomuna”. Il ministero della Salute fa sapere con una nota che “sta monitorando con attenzione fin dai primi casi registrati la situazione”.

“L’Istituto superiore di Sanità ha ricevuto tutto il materiale organico relativo ai pazienti ricoverati e sta eseguendo in queste ore le dovute analisi batteriologiche – continua la nota  – Appena i risultati delle indagini saranno completati il ministero della Salute metterà in atto ogni azione necessaria per il superamento dell’emergenza”. E dal Ministero concludono sottolineando che “è stata effettuata una verifica con i gestori degli acquedotti dei comuni bresciani interessati, confermando che non vi sono interconnessioni strutturate fra gli stessi che giustifichino un interessamento dei differenti comuni. Tuttavia, sono in corso le analisi conoscitive sull’acqua potabile prelevata nei comuni con più casi e sono state fornite alla popolazione le informazioni necessarie nei confronti del rischio legionella“.

“Non vogliamo lasciare nulla al caso – ha continuato Gallera – Stiamo lavorando a 360 gradi e non solo sulle acque per individuare la natura della polmonite. Anche sull’aria stiamo iniziando a pensare di fare qualcosa”. Al momento l’ipotesi che la legionella sia la causa del contagio “non si può dire esclusa, né che questo batterio sia per certo il fattore scatenante” ha concluso l’assessore a margine della presentazione del progetto del nuovo edificio del San Raffaele.

Aumentano i casi e aumenta anche la preoccupazione degli abitanti della zona. I comuni più colpiti sono Montichiari (26 casi), Calvisano (20 casi), Carpenedolo (34 casi) e Remedello (11 casi) e Acquafredda (nove casi). E secondo i sindaci del territorio, riferisce l’Ansa, il picco di polmonite è dovuto ad un batterio presente nell’acqua. “Un filo rosso unisce i cinque comuni bresciani: la presenza del fiume Chiese” dicono i primi cittadini. Ma di fatto, non tutti i comuni colpiti sono toccati dallo stesso fiume. “Stiamo effettuando delle interviste alle persone ricoverate per evidenziare eventuali similitudini tra i molti casi emersi” conferma Gallera che intanto afferma di essere in attesa delle analisi sulle acque effettuate nei comuni bresciani maggiormente interessati dall’epidemia. Fino ad ora sono stati eseguiti complessivamente 52 campionamenti di cui 24 sulla rete idrica tra fontanelle pubbliche, serbatoi di acqua e casette dell’acqua e 28 in abitazioni private.

 

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