Autostrade respinge le accuse del governo. Da parte nostra c’è stato il ”puntuale adempimento degli obblighi concessori”. Così recita il comunicato pubblicato al termine del consiglio di amministrazione della società della famiglia Benetton che all’ordine del giorno aveva la risposta alla lettera di contestazioni ricevuta dal ministero delle Infrastrutture a seguito del crollo del ponte Morandi di Genova. “Dicono di aver fatto ‘un puntuale adempimento degli obblighi concessori’ previsti dalla convenzione con lo Stato. Me la sono riletta tutta attentamente. Far crollare il ponte causando 43 morti non era nel contratto“. È la replica del vicepremier M5S Luigi Di Maio, che poi aggiunge: “Dai Benetton ci aspettiamo solo le scuse e i soldi per la ricostruzione del ponte, che non faranno loro – aggiunge Di Maio – Per il resto consiglio ad Autostrade di tacere… Gli italiani non ne possono più delle loro dichiarazioni fuori luogo”.

“È incredibile sentir parlare Autostrade di ‘puntuale adempimento degli obblighi’ dopo una tragedia con 43 morti, 9 feriti, centinaia di sfollati e imprese in ginocchio. Siamo all’indecenza. Rimetteremo le cose a posto e ridaremo sicurezza e servizi ai cittadini che viaggiano”, replica invece, via Twitter, il ministro Danilo Toninelli. La lettera inviata dal suo dicastero era anche il primo atto verso la procedura di revoca della concessione, intento ribadito oggi dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti alla Versiliana di Marina di Pietrasanta, dove intervistato dal direttore Peter Gomez ha chiarito: “Il primo obiettivo è la revoca della concessione alla società Autostrade, poi discuteremo politicamente come procedere” sulla gestione della rete autostradale.

Il cda di Aspi, si legge nel comunicato, “ha preso atto degli elementi di confutazione” contenuti nella missiva del Mit e ha “confermato il proprio convincimento in merito al puntuale adempimento degli obblighi concessori da parte della società”. La lettera di riscontro ed i relativi allegati, comunica il cda, “saranno inviati al ministero nel termine assegnato”. Per Giorgetti invece,”il fatto è talmente eclatante” che “la responsabilità di Autostrade appare evidente“. “La vedo difficile pensarla diversamente”, ha detto il sottosegretario nel corso de La Confessione [VIDEO].

Il 17 agosto, tre giorni dopo il crollo del viadotto a Genova, era stato lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte ad annunciare l’invio della lettera ad Autostrade per l’Italia che avvia la procedura per la revoca della concessione alla società controllata dal gruppo Benetton. “Il governo contesta al concessionario che aveva l’obbligo di curare la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’autostrada A10, la grave sciagura che è conseguita al crollo del ponte”, si leggeva nella nota di Palazzo Chigi. Già a Ferragosto il vicepremier Luigi Di Maio aveva dichiarato l’intenzione politica di revocare la concessione ad Aspi e il giorno dopo, il 16 agosto, il ministro Toninelli aveva comunicato l’istituzione di una Commissione ispettiva. Nella stessa data l’invio della lettera da parte del suo dicastero alla società controllata dalla holding Atlantia.

Oltre alla valutazione della risposta alle contestazioni del Mit, il cda di Autostrade, che si è riunito venerdì mattina a Roma, ha anche valutato l’avanzamento delle iniziative già decise lo scorso 21 agosto. In particolare, si precisa in una nota, sono stati valutati “gli aiuti alle famiglie colpite che hanno interessato più di 200 nuclei familiari, le iniziative di ripristino della viabilità cittadina, le ulteriori iniziative di agevolazione del pedaggio e l’avanzamento del progetto di demolizione e ricostruzione del ponte”.

Intanto la procura di Genova, dopo aver sequestrato documenti nelle sedi di Aspi, ha fatto lo stesso anche negli uffici del ministero, del Provveditorato di Genova e di Spea, altra controllata da Atlantia. I magistrati lavorano per capire qual era la consapevolezza delle criticità del ponte Morandi da parte di chi aveva il compito di attuare interventi migliorativi per la sicurezza della struttura. E allo stato sono due i soggetti: proprio Autostrade, l’ente concessionario, e il Mit, ovvero il concedente. La procura ha in mano cinque lettere che Autostrade invia al Mit e anche al Provveditorato interregionale tra febbraio e fine marzo e dove si chiede di approvare in fretta il progetto di retrofitting. Un’accelerazione singolare, rispetto all’assenza di lavori strutturali programmati negli anni precedenti. Secondo la Procura si tratta di allarmi chiari [LEGGI L’ARTICOLO DI D. MILOSA].

Legata all’indagine è anche la questione demolizione. Giovedì Autostrade ha presentato il suo piano al commissario Giovanni Toti. Il piano di demolizione preliminare non ha ancora una tempistica esatta, poiché l’area è sequestrata: “Andremo a chiedere il permesso alla procura – ha detto Toti – Il piano di demolizione sarà più breve del previsto, si pensa a 30 giorni di esecuzione. Il moncone est sarà demolito in modo più rapido con mezzi meccanici ed esplosivi, come idea. Mentre il moncone ovest sarà smontato pezzo pezzo. In un mese potrebbe essere operativo il piano esecutivo“.

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