Il gip di Venezia Roberta Marchiori ha convalidato il fermo ed emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Mohamed Gueye, il 25enne senegalese accusato di aver abusato di una turista 15enne in spiaggia a Jesolo. Secondo l’avvocato dell’uomo, Jacopo Stefani, nel corso dell’interrogatorio di garanzia Gueye ha ammesso il rapporto sessuale, ma avrebbe sostenuto che sarebbe stato consenziente. Per il legale, durante l’interrogatorio davanti al Gip l’uomo ha avuto la possibilità di dire “la sua verità, quella che fin dall’inizio voleva dire. Ritengo – ha aggiunto – stando all’esito dell’interrogatorio, che sia coerente; che il rapporto sia stato consenziente, escludendo in questo modo qualsiasi violenza sessuale. La versione da lui fornita – ha sottolineato – è più coerente rispetto al corredo indiziario negli atti, più coerente anche della versione data dalla persona offesa”.

Il senegalese avrebbe anche chiesto notizie della moglie italiana e della figlia. Matrimonio che ha evitato a Gueye di essere espulso per una serie di reati per i quali era stato indagato e che lo avevano fatto finire in una lista di circa 350 fotografie tra le quali la 15enne lo ha riconosciuto come l’aggressore.  Gli investigatori invece ritengono di aver raccolto “prove schiaccianti ed inequivocabili“. Sull’inchiesta, coordinata dal pm Massimo Michelozzi, resta il massimo riserbo per tutelare la minore ma anche per favorire la Procura nel sostenere l’accusa contro Gueye. L’uomo è conosciuto nel mondo della malavita come ‘Mario’, per la sua somiglianza con Balotelli e per il suo fanatismo calcistico, o più semplicemente ‘Momo0. Dagli investigatori è definito violento e aggressivo, dotato peraltro di un fisico notevole. L’uomo oscillava tra le piazze di Jesolo e Mestre (dove è stato fermato) e aveva diversi precedenti.

Intanto l’amministrazione comunale di Jesolo annuncia di volersi costituire parte civile nell’eventuale processo che sarà avviato nei confronti dell’indagato. Si tratta del primo atto formale dell’amministrazione comunale per il danno d’immagine subito e segno ulteriore della vicinanza che la giunta vuole dimostrare alla vittima e alla sua famiglia. “La decisione di costituirci parte civile non solo è giusta ma è soprattutto doverosa – commenta il sindaco, Valerio Zoggia -. Di fronte al riprovevole episodio che ha macchiato la nostra città, intendiamo rispondere con forza”. Dietro a questo provvedimento, aggiunge, “non c’è solo l’amministrazione, il Comune, ma tutti i cittadini jesolani che sono stati colpiti dalla notizia di questa vicenda”. “Desideriamo sottolineare, anche con questo atto, la nostra vicinanza alla giovane e alla sua famiglia – conclude – e ribadire ancora una volta il massimo impegno dell’amministrazione, della Polizia locale e di tutte le Forze dell’Ordine per garantire ogni giorno la sicurezza su tutto il territorio. Su questa linea siamo determinati“.

Articolo Precedente

G8, la procura della Corte dei Conti chiede 8 milioni di euro ai poliziotti della scuola Diaz per danni d’immagine e patrimoniali

next
Articolo Successivo

Nicky Hayden, la famiglia chiede sei milioni di euro di risarcimento all’automobilista che lo investì a Rimini

next