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“Tornate da dove siete venuti”, sei polacchi nei panni dei migranti per un reality show

I partecipanti, come riportato da la Stampa, hanno vissuto per quasi un mese in zone di guerra e nei campi profughi senza soldi, documenti e telefoni cellulari. Il programma sarà trasmesso a novembre, ma ha già suscitato numerose polemiche
“Tornate da dove siete venuti”, sei polacchi nei panni dei migranti per un reality show
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Wracajcie, skąd przyszliście“, che tradotto dal polacco significa: “Tornate da dove siete venuti”. Non è lo slogan di una campagna politica di estrema destra, ma il titolo di un reality show che verrà trasmesso da novembre in Polonia sull’emittente privata Tvn. I partecipanti, riferisce La Stampa, saranno divisi in due squadre e per quasi un mese dovranno vivere come se fossero dei migranti della rotta balcanica. L’obiettivo dei produttori è proprio quello di far vivere a persone comuni le situazioni e condizioni di vita quotidiana di chi è costretto o decide di lasciare il proprio Paese: quindi dovranno vivere in zone di guerra, nei campi profughi senza soldi, documenti e telefoni cellulari. Il programma polacco, diviso in quattro episodi, prende spunto dalle edizioni già trasmesse in Australia, Olanda, Svezia e Danimarca.

Tra i partecipanti ci sono: un impiegato in un’azienda farmaceutica, un dipendente di un’azienda di trasporti, una barista e un musicista. La loro avventura è cominciata a Berlino, poi il viaggio è entrato nel vivo con il trasferimento in campi profughi e in alcune case del Kurdistan. Per un periodo sono stati anche a Erbil (la capitale del Kurdistan) dove il giorno del loro arrivo è avvenuto un attentato.

“Di queste sei persone- spiega sul giornale online Na Temat il conduttore televisivo Piotr Kraśko- tre inizialmente dichiarano di essere decisamente favorevoli all’accoglienza dei rifugiati e tre si oppongono. La loro opinione sull’argomento viene richiesta all’inizio e alla fine del programma. Le sorprese di certo non mancano. La cosa più importante di tutto il viaggio è l’esperienza dei partecipanti, le loro conversazioni con le persone, il loro confronto con la realtà. Fanno domande e traggono conclusioni”. Il programma sta ricevendo molte critiche ancora prima di essere mandato in onda. A queste Kraśko ha replicato: “Non ho idea di come guardare questo programma possa far pensare che stia portando via la dignità a qualcuno. È esattamente l’opposto“.

 

 

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