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Ultimo aggiornamento: 16:09 del 16 Agosto 2018

Ponte Morandi, Di Maio: “Non mi sento umanamente di incontrare Benetton. Lo farò in fase di contraddittorio”

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“Non mi sento umanamente di incontrare i vertici di Edizioni Srl, società della famiglia Benetton che possiede Atlantia, ovvero Autostrade per l’Italia. Lo dico con tutto il cuore, perché la situazione fa davvero tanta rabbia. La verità è che gli utili netti che fanno queste società in regime di monopolio fanno arrabbiare tutti”. Sono le parole pronunciate ai microfoni di “Ma cos’è questa estate”, su Radio24, dal ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, che spiega: “Molti soldi potevano essere investiti in sicurezza, mentre sono andati in dividendi. Significa che quando si mette in mano a un privato e a delle finanziarie le nostre strade e la sicurezza delle nostre famiglie, si preferisce il profitto. I Benetton li incontreremo virtualmente nella fase di contraddittorio, quando gli ritireremo la licenza”. E sottolinea: “‘Non penso a una nuova Iri, ma credo che in questo Paese ci siano già tutti gli strumenti giuridici che permettano a uno Stato, quando vuole tutelare gli interessi dei cittadini, di gestire asset strategici, come le autostrade e le telecomunicazioni. Non c’è bisogno di creare pachidermi da Prima Repubblica. Se i privati non sono in grado di gestire una parte di strada, interverrà il pubblico. Vedremo con quali forme nei prossimi mesi, adesso abbiamo il ritiro della concessione. Da oggi tutti sanno che con questo governo chi non rispetta le regole paga. Non gli si fanno più leggi ad personam per scagionarlo dalle sue responsabilità”.

Il vicepresidente del Consiglio ribadisce la linea del governo Conte: “Confermo la revoca della concessione ad Autostrade. Non è possibile che in questo Paese si vada a morire pagando il pedaggio. Prima che il governo annunciasse il ritiro della concessione per Autostrade per l’Italia, già la Borsa aveva condannato Atlantia. Era evidente che chi doveva fare le manutenzioni non le aveva fatte. Ora sono a Genova e qui c’è tanta, tanta rabbia perché una cosa del genere non si era mai vista. I vigili del fuoco mi hanno detto che in tanti anni di carriera non hanno mai visto una cosa simile. E il ponte Morandi andava chiuso prima che avvenisse questa tragedia. Il responsabile è Autostrade per l’Italia”.

Di Maio puntualizza: “La favoletta secondo cui il privato avrebbe gestito meglio del pubblico i nostri asset strategici non regge più. E allora vuol dire che lo farà lo Stato in prima persona. La penale di 20 miliardi di euro da corrispondere ad Atlantia in caso di revoca della concessione? Quella penale si deve pagare quando stracci un contratto senza motivazione. Noi invece stiamo parlando di un contratto che prevedeva degli obblighi, che per noi non sono stati rispettati. Quindi, si recede dal contratto. Abbiamo avviato la procedura di annullamento non in maniera immotivata, ma con una motivazione. E se quest’ultima è giusta” – continua – “visto che finora ci sono quasi 40 morti, io non credo che si debbano pagare penali. Né credo che si debba agitare questo argomento, e infatti non lo sta facendo Autostrade per l’Italia, perché così faranno incazzare ancora di più tutte le persone che in questo momento vogliono giustizia, e non solo a Genova, ma in tutta Italia”.

Il ministro M5s chiosa: “In tutti questi anni ad Autostrade per l’Italia sono stati fatti contratti molto permissivi e norme ad hoc. Addirittura abbiamo visto il nostro governo pregare la Ue di prorogare le concessioni ad Autostrade per l’Italia, pur sapendo che stava violando le leggi sulla concorrenza. Ora stiamo nel paradosso in cui l’opinione pubblica non conosce bene i termini di questi contratti, perché erano secretati. Sono stati secretati forse perché erano troppo vergognosi. Noi adesso desecreteremo tutto e porteremo avanti tutte le azioni per ritirare le concessioni ad Autostrade per l’Italia. E sono convinto che ci siano tutte le motivazioni per non pagare penali”

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