“Il Movimento deve fare il Movimento, ribadendo i ‘No’ sani che abbiamo detto”, come quelli “contro il Tap e contro il Tav“. Alessandro Di Battista in una diretta Facebook pungola il M5s, per usare le sue stesse parole, invitando a non cedere il punto sulle tematiche con cui “abbiamo preso i voti“. E lo fa su due questioni che proprio in questi giorni animano il dibattito interno al governo. Da una parte infatti c’è il gasdotto definito dal premier Giuseppe Conte “un’opera strategica” davanti a Donald Trump, salvo poi specificare che “faremo una valutazione approfondita del progetto”. Dall’altra l’Alta Velocità su cui Matteo Salvini continua a premere, mentre il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli aspetta l’analisi costi benefici per decidere se bloccarla.

“Sono libero, anche di pungolare il M5s”, dice Di Battista su Facebook dopo aver raccontato di aver destinato l’assegno di fine mandato ai terremoti e all’Africa. “Ho molta stima di Di Maio – aggiunge – sta combattendo tantissimo, tutti gli altri ministri M5s dovrebbero avere lo stesso coraggio di Luigi”. Un concetto che l’ex parlamentare M5s aveva già ribadito in un altro post del giungo scorso, in cui invitava i ministri a “lottare come fa Di Maio” e avvertiva anche del pericolo di “incentrare tutto il dibattito politico esclusivamente sul tema dell’immigrazione”.

Anche questa volta Di Battista dice “basta parlare di immigrazione” e ricorda: “Abbiamo fatto battaglie importanti, contro il Tap, contro il Tav, opere del tutto inutili: coraggio, questo è il momento di spingere, non ci possiamo far distrarre da queste robe sul razzismo. Questa è distrazione di massa”. “Il Movimento deve fare il Movimento – conclude Di Battista – ribadendo i “No” sani che abbiamo detto, perché ci abbiamo preso i voti su quella roba là”.

Non a caso proprio sulla questione Tap il sindaco di Melendugno aveva parlato di “tradimento, dopo le promesse elettorali dei pentastellati, alcune anche per bocca dello stesso Di Battista, che nell’aprile 2017 a San Foca ripeteva: “Con noi al governo bloccheremo questo progetto in 15 giorni”. Lo strappo tra governo e base leccese è parzialmente rientrato dopo l’incontro tra il premier Conte e lo stesso primo cittadino Marco Potì giovedì 2 agosto. Il presidente del Consiglio ha spiegato che  “consulenti tecnici e giuridici” che accompagnavano il sindaco “mi hanno rappresentato alcune criticità del progetto Tap”. Così, ha aggiunto, “ho assicurato loro che questo governo opererà una valutazione approfondita di tutti gli aspetti segnalati e una attenta ricognizione delle attività sin qui svolte”.

Lo stesso metodo che Danilo Toninelli sta usando sul dossier Tap, come ha ribadito qualche giorno fa: “Con Il M5s si fanno le analisi costi benefici: se le opere fanno bene alla gente e alla qualità della vita si fanno, altrimenti se possiamo le blocchiamo”. Ma secondo Salvini l’opera “deve andare avanti”. Rimane come punto di raccordo quanto scritto nel contratto di governo, in cui è prevista una rivalutazione complessiva dell’infrastruttura. Intanto però Di Battista chiede di ribadire quei “No” annunciati in campagna elettorale.

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