Papa Francesco toglie la porpora al cardinale Theodore McCarrick, arcivescovo emerito di Washington, accusato di pedofilia. Un provvedimento durissimo quello preso da Bergoglio che sul tema degli abusi sessuali sui minori sta attuando la linea della tolleranza zero senza guardare in faccia a nessuno. Non avveniva dai tempi di Pio XI, infatti, che un Papa togliesse la berretta rossa a un cardinale, ovvero dal 1927 quando Achille Ratti privò della porpora Louis Billot, reo di aver aderito a un articolo dell’Action française che aveva criticato duramente la Chiesa cattolica. Già nel 2015 Francesco aveva privato il “cardinale molestatore” Keith Michael Patrick O’Brien, arcivescovo emerito di Saint Andrews and Edinburgh, dei diritti e delle prerogative del cardinalato. Ma O’Brien, scomparso recentemente, era rimasto comunque cardinale, seppure solo formalmente. A McCarrick, invece, proprio come avvenne quasi un secolo fa con Billot, il Papa ha deciso di togliere anche la porpora.

“Nella serata di ieri – si legge in un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede – è pervenuta al Santo Padre la lettera con la quale il cardinale Theodore McCarrick, arcivescovo emerito di Washington, ha presentato la rinuncia da membro del Collegio Cardinalizio. Papa Francesco ne ha accettato le dimissioni da cardinale ed ha disposto la sua sospensione dall’esercizio di qualsiasi ministero pubblico, insieme all’obbligo di rimanere in una casa che gli verrà indicata, per una vita di preghiera e di penitenza, fino a quando le accuse che gli vengono rivolte siano chiarite dal regolare processo canonico”.

Un provvedimento che ha fatto seguito a quello preso appena un mese prima quando il porporato americano era stato rimosso dal ministero pubblico dopo essere stato accusato di aver abusato di un adolescente, 45 anni fa, quando era ancora un semplice sacerdote dell’arcidiocesi di New York. Fu proprio nella Grande Mela che McCarrick divenne, nel 1977, per volontà di Paolo VI, vescovo ausiliare. Successivamente, nel 1981, fu nominato da San Giovanni Paolo II primo vescovo della diocesi di Metuchen, nel New Jersey, e, nel 1981, il Papa polacco lo promosse arcivescovo di Newark. Nel 2000 sempre Wojtyla lo nominò arcivescovo di Washington.

Quando è scoppiato lo scandalo, McCarrick, che attualmente ha 88 anni, è stato al centro di posizioni contrastanti. Il cardinale di Newark, Joseph William Tobin, ha subito dichiarato che “in passato ci sono state accuse secondo le quali egli che era coinvolto in relazioni sessuali con adulti. Questa arcidiocesi e la diocesi di Metuchen, hanno ricevuto tre accuse di cattiva condotta sessuale con adulti decenni fa; due di queste accuse hanno portato a dei risarcimenti”. Opposta, invece, la posizione del cardinale di New York, Timothy MichaelDolan, che ha affermato che l’accusa contro McCarrick è “la prima segnalazione di una violazione della Carta per la protezione dei bambini e dei giovani mai fatta contro di lui di cui l’arcidiocesi sia a conoscenza”.

McCarrick non è l’unico porporato attualmente sotto indagine per pedofilia. È attesa entro la fine del 2018 la sentenza della magistratura australiana nei confronti del cardinale George Pell. Ma sono accusati di aver coperto la pedofilia del loro clero anche due cardinali cileni: Francisco Javier Errázuriz Ossa, arcivescovo emerito di Santiago del Cile, e il suo successore Ricardo Ezzati Andrello. Sia Pell che Errázuriz Ossa sono stati nominati da Francesco nel “C9”, il Consiglio di cardinali che aiuta il Papa nella riforma della Curia romana e nel governo della Chiesa. Ezzati Andrello è attualmente indagato dalla magistratura cilena con l’accusa di aver coperto gli abusi sessuali su minori di numerosi suoi preti e le sue dimissioni, presentate al Papa insieme a quelle di tutti gli altri vescovi del Paese latinoamericano, non sono ancora state accettate da Bergoglio. Provve dimento, quest’ultimo, che appare abbastanza scontato anche perché il porporato ha 76 anni, cioè ha ampiamente superato l’età canonica della pensione.

Mai prima di oggi tanti cardinali contemporaneamente erano stati indagati per pedofilia, o per aver commesso direttamente gli abusi, o per aver coperto i loro preti. Inquietante è anche la vicenda un prete dell’arcidiocesi di Napoli, don Silverio Mura, accusato da anni di pedofilia senza che il suo arcivescovo, il cardinale Crescenzio Sepe, assumesse provvedimenti adeguati. Dopo un processo alquanto sbrigativo, il Papa ha voluto riaprire il caso presso la Congregazione per la dottrina della fede che ha deciso di far processare penalmente il sacerdote napoletano presso il Tribunale ecclesiastico metropolitano di Milano. Un ulteriore segnale che Francesco valuta personalmente le responsabilità dei cardinali nella gestione dei casi di pedofilia, senza fare sconti a nessuno.

Twitter: @FrancescoGrana

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