Proprio in occasione del Prime Day, lui, Jeff Bezos, il boss e il fondatore di Amazon è diventato anche l’uomo più ricco degli Usa, con un patrimonio personale di 150 miliardi di dollari. Per Amazon un giorno speciale, ma non molto differente da tutti gli altri, un giorno in cui nuovamente si è parlato di loro, della più grande azienda di e-commerce al mondo, certamente quella di maggiore successo, un gruppo diversificato e in continua crescita, in cui convivono luci e ombre, innovazione e conservazione, del quale in particolare il Prime Day è stato prova tangibile.

Come al solito, anche in Italia il Prime Day ha goduto di un battage pubblicitario aggiuntivo, che ha contribuito ad aumentare il fatturato di questa grande svendita selettiva, oltre i già altissimi livelli previsti. Ma niente di nuovo sotto il sole di questo luglio. Il Prime Day semplicemente è una modalità online per praticare strategie commerciali (liquidazioni, si chiamavano una volta), vecchie come il cucco: come quando le nostre nonne poco prima delle svendite venivano invitate dal negoziante a fare un giro, riservato ai clienti più affezionati, nella bottega che il 7 gennaio avrebbe aperto a tutti, per i famosi saldi di stagione (che erano solo invernali). Siamo nel 2018, il mondo è cambiato, ma non del tutto evidentemente.

Amazon si muove tra vecchio e nuovo, tra innovazione e conservazione ed è la dimostrazione che nell’impresa non si può mai essere astratti e che (nella gran parte dei settori produttivi) l’innovazione assoluta non funziona. Elon Musk con i problemi recenti del suo stabilimento superautomatizzato, o Apple con il fallimento dei progetti Lisa o Newton lo confermano. La storia della tecnologia rafforza questa idea e dimostra (David Landes) che i processi di innovazione non sono così improvvisi e radicali come si potrebbe pensare. Un po’ per la natura stessa della tecnologia, un po’ per le molte resistenze che la realtà frappone, le rivoluzioni non avvengono dalla mattina alla sera, tipo le idee (con relativa lampadina che si accende) di Archimede Pitagorico. Ad esempio, la tecnologia del vapore non nasce nel 1829 con la Rocket di Stephenson, ma parte almeno cento anni prima e si sviluppa completamente solo alla fine dell’800 con le turbine a vapore, insomma per arrivare a compimento ci ha impiegato più di 250 anni. Amazon punta ad essere il numero uno al mondo in un commercio elettronico in grandissima crescita, che per espandersi ha bisogno di diversificare e quindi di effettuare investimenti, alcuni in settori innovativi altri in settori più tradizionali. Di adottare comportamenti e strategie non tutte completamente nuove, alcune che guardano al futuro, altre che purtroppo sono ancora fortemente legate al passato.

In questo modo il Prime Day va a braccetto con le politiche di gestione del personale, caratterizzate da ipersfruttamento dei lavoratori e bassi salari, che non sono certo una novità per il mondo dell’industria. Vecchi schemi che però funzionano ancora e che contribuiscono a creare il successo anche delle aziende più innovative. I droni per la consegna in giornata di qualsiasi merce in qualsiasi posto, medicine e prodotti alimentari a casa in tempo zero, sono l’altra faccia della medaglia di Amazon che i lavoratori di Germania, Francia e financo Italia giustamente contestano, se non altro perché bassi salari e pesanti carichi di lavoro non possono certo rappresentare il futuro del lavoro.

A ben vedere, questo indiscutibile realismo delle grandi imprese dell’era digitale (Apple, Microsoft, Google, Amazon etc…) è una caratteristica che andrebbe meglio utilizzata dai legislatori di tutto il mondo. Loro sanno di non essere invincibili, di non poter tollerare un livello di conflittualità con le normative fiscali e verso i consumatori che superi un certo livello di rischio. Sanno e vogliono essere flessibili, hanno solo bisogno di non essere mitizzati, di non essere impropriamente considerati come delle specie di vacche sacre che possono fare tutto, nuovo e vecchio a loro piacimento, senza che nessuno dica nulla. Il loro innato istinto di conservazione, la flessibilità e il senso pratico dei vari Bezos, Cook, Page e Nadella possono essere facilmente convertiti – se volessimo – in comportamenti che senza pregiudicare il futuro di questi campioni dell’imprenditoria mondiale, includano maggiormente cittadini, consumatori e lavoratori nelle dinamiche di distribuzione dei loro straordinari profitti.

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