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Migranti, ministra Trenta: “Chiudere non è la strada. Non demonizzare ong”. Poi frena: “Nel governo si rema insieme”

La titolare della Difesa intervistata da Avvenire: "La parola accoglienza è bella". Poi su Facebook smentisce una distanza con Salvini: "Parole strumentalizzate". E il ministro dell'Interno ribadisce: "Governo compatto". Domenica gli screzi tra i due sulle missioni internazionali
Migranti, ministra Trenta: “Chiudere non è la strada. Non demonizzare ong”. Poi frena: “Nel governo si rema insieme”
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La strada “è regolamentare, non chiudere“, la parola “accoglienza è bella” e basta con la “demonizzazione” delle ong. La ministra della Difesa Elisabetta Trenta parla al quotidiano Avvenire e usa concetti che, a pochi giorni dallo scontro avuto con Matteo Salvini sulle missioni internazionali, segnano una nuova distanza con le idee del vicepremier leghista. Distanza che però la stessa Trenta ha subito smentito: “Qualcuno si diletta a strumentalizzare le mie parole nel tentativo di metterci l’uno contro l’altro. Mi dispiace deludervi: non ci riuscirete! All’interno di questo governo, come è naturale che sia, possono esserci sensibilità diverse, ma remiamo tutti nella stessa direzione“, ha scritto su Facebook. “Il governo lavora in maniera compatta, parlano i numeri”. “Sento più Toninelli e Di Maio dei miei genitori, leggo sui giornali cose divertenti ma parlano i numeri” sugli sbarchi. Così anche il ministro dell’Interno, lasciando Palazzo Chigi in vista della riunione dei ministri dell’Interno Ue in programma a Innsbruck, ha smentito uno scontro con Trenta.

L’intervista della ministra della Difesa arriva però il giorno dopo le tensioni tra il ministro delle Infrastratture Danilo Toninelli e lo stesso Salvini, intenzionato almeno inizialmente, prima di un chiarimento, a non far sbarcare la nave Diciotti della Guardia costiera italiana. Per la ministra della Difesa Trenta “la strada è regolamentare, non chiudere”. “La parola accoglienza è bella, la parola respingimenti è brutta. Poi accogliere si può declinare in mille maniere. E si può anzi si deve, legare accoglienza a legalità“, dice nella sua intervista ad Avvenire. Sulla vicenda della nave Lifeline, difende però la linea del governo: “Serviva dare una scossa all’Europa. E la forzatura ha un senso, una sua forza. Ma nessuno ha mai abbandonato i migranti. La nostra Guardia costiera è sempre stata vicina a quegli uomini e a quelle donne e a quei bambini. L’Italia non si gira dall’altra parte. Non l’ha fatto e non lo farà”.

Serviva però, secondo Trenta, dare appunto una scossa: “Vedrete che saremo capaci di strappare l’Unione europea dal torpore“, dice. E sull’ultimo vertice Ue, la ministra sottolinea: “Il presidente del Consiglio Conte sull’immigrazione è stato bravo. E’ stato un gran regista: capace di tenere insieme il governo e determinato a fare passare una linea italiana ai tavoli europei”.

Trenta si espone infine anche sulla questione delle ong: “Dico basta a una eccessiva demonizzazione che non mi convince e non mi piace”, afferma. “Ci sono una maggioranza di organizzazioni luminose. Poi c’è anche qualche mela marcia che sfrutta l’emergenza migranti per fare business. La sfida – lo ripeto – è coniugare accoglienza e rigore. E capire che a volte si agisce per il bene e non sempre si arriva al bene. Soprattutto se manca un’azione coordinata“, conclude la ministra Trenta.

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