La “tolleranza zero” al confine tra Usa e Messico viene ridimensionata. Donald Trump ha annunciato che firmerà un testo per evitare le separazioni dei bambini dai genitori migranti che entrano illegalmente negli Stati Uniti. “Vogliamo tenere le famiglie unite“, ha dichiarato il presidente Usa alla Casa Bianca. “Firmerò qualcosa presto”, ha proseguito, spiegando che si aspetta che questo sarà seguito da una legge. La retromarcia arriva dopo che l’amministrazione americana è stata sommersa dalle critiche, nazionali e internazionali, dopo che è emerso che dal 19 aprile al 31 maggio oltre 2.300 bambini sono stati separati dai genitori. Ma secondo la Abc, l’atto che firmerà Trump non consentirà comunque ai bambini di abbandonare le strutture in cui sono attualmente trattenuti. In quei centri, i figli rimarranno con i loro genitori che attendono di comparire in tribunale.

“Vogliamo sicurezza per il nostro paese. La avremo. Allo stesso tempo abbiamo compassione, firmerò qualcosa a breve. Qualcosa di preventivo e a cui poi alla fine corrisponderà una legge, sono sicuro”. Sono le parole usate da Trump in un incontro con alcuni membri del Congresso prima di partire per il Minnesota. “Dobbiamo essere rigorosi al confine, ma dobbiamo anche avere compassione”, ha ripetuto. “Se si è deboli, nel paese entrano milioni di persone. Se sei duro, non hai cuore. E’ un dilemma complesso”, ha affermato ancora il presidente.

L’uscita dell’audio ottenuto da ProPublica – che raccoglie le voci e i pianti di dieci minori centro-americani detenuti in una struttura dell’immigrazione Usa – ha complicato la vicenda delle famiglie di migranti separati al confine con il Messico. Tutti i senatori democratici hanno inoltre firmato un progetto di legge che vieterebbe di separare le famiglie bloccate al confine. E anche la First Lady Melania Trump ha espresso il suo personale disagio. Gli stessi repubblicani sono apparsi sempre più ansiosi di distinguere le proprie posizioni da quelle di Trump e anche all’interno dell’amministrazione sono emerse riserve e sensibilità diverse.

Sono stati Sessions e Miller a spingere per inasprire le misure anti-immigrazione, quando in aprile i numeri degli arrivi sono sembrati nuovamente fuori controllo. Non è stato difficile convincere Trump, soprattutto in vista delle elezioni di midterm. La mossa però non sembra aver avuto il successo sperato. Al di là delle prese di posizione dell’Onu e dei gruppi per i diritti umani, la vera preoccupazione del presidente Usa è che, nonostante la zero tolleranza, gli arrivi non diminuiscano. Da qui la prima, parziale, retromarcia.

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