Doveva essere la risposta di Leo Messi allo show di Cristiano Ronaldo. L’Argentina che spegne sul nascere l’entusiasmo islandese e i sogni di un nuovo Geyser sound. E invece è arrivata la prima sorpresa del Mondiale di Russia 2018. L’ex regista di video pubblicitari e musicali Hannes Halldorsson ha parato un rigore al cinque volte vincitore del Pallone d’Oro, Alfred Finnbogason ha replicato al vantaggio di Sergio Agüero e di nuovo tutti a battere le mani sopra la testa: l’Islanda, al suo esordio nella Coppa del Mondo, ha fermato l’Albiceleste sull’1-1.

Messi è il simbolo della disfatta argentina. Per l’errore dal dischetto, alla fine decisivo, e perché tutti si aspettavano qualcosa da lui dopo che CR7 aveva trascinato il suo Portogallo al pareggio con la Spagna. Nella guerra di nervi però Ronaldo è superiore. Invece la maglia numero 10 della Nazionale trasforma Messi, lo inibisce e rattrappisce. Si ritrova comparsa di lusso in una squadra che comunque non ha mostrato una minima idea di gioco e rinuncia a schierare Dybala e Higuain per ostinarsi ad avere due ali, anche se una è Maximiliano Meza.

Di fronte al c.t. Sampaoli che ancora non ha trovato una soluzione per dare un’identità alla sua Argentina, c’è Hallgrimsson che invece schiera fiducioso un 4-5-1 di trincea. L’Islanda è quella dei quarti agli Europei 2016: corre, corre tanto, e sa sfruttare la sua fisicità per rendere la partita una battaglia. A differenza dei sudamericani, persi tra intese mancate e sostituzioni tardive, i giocatori della piccola isola del Nord Europa si conoscono e si trovano, rincorrono e si aiutano. Funziona, nonostante i limiti tecnici.

Il gol di Agüero al 19′ doveva essere l’inizio della goleada albiceleste. Invece quattro minuti dopo è arrivato il pareggio con la complicità di Caballero, riserva del Chelsea ma primo portiere nelle gerarchie di Sampaoli. Che rinuncia pure a Fazio in difesa, l’altro punto debole della sua Nazionale. Poi succede molto poco, a parte il rigore sbagliato da Messi. Il pareggio all’esordio pesa più di quanto si possa pensare, perché il girone D conta anche Croazia e Nigeria. Per l’Argentina quindi questa era la partita da vincere a tutti i costi: ora invece dovrà prendersi tre punti contro Perisic e Mandzukic per non rischiare l’eliminazione o un passaggio del turno come seconda che la condannerebbe a un ottavo di finale contro la Francia.

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