A tre giorni dagli spari contro tre cittadini stranieri e la morte di un bracciante e sindacalista maliano c’è un indagato nell’inchiesta. È il primo risultato degli accertamenti dei carabinieri per l’omicidio di Soumayla Sacko, il 29enne del Mali,  ucciso a colpi di fucile sabato sera a San Calogero (Vibo Valentia). Nel corso del pomeriggio, i carabinieri della Compagnia di Tropea e della Stazione di San Calogero, infatti, hanno notificato, ad un uomo del posto un “avviso della persona indagata” e contestuale “notifica di accertamenti tecnici non ripetibili”, come la prova dello stub per rilevare polvere da sparo, in relazione all’omicidio, emesso dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia che coordina le indagini. L’indagato, Antonio Pontoriero, ha 43 anni, e dalle prime informazioni, un agricoltore residente nella zona. Il provvedimento si è reso necessario per consentire all’indagato la possibilità di nominare un perito di parte durante l’autopsia che sarà eseguita nella sala mortuaria degli ospedali Riuniti di Reggio Calabria dove Sacko è morto dopo essere arrivato nel reparto di neurochirurgia. Pontoriero ancora non è stato sottoposto a interrogatorio da parte del pm Luca Ciro Lotoro.

Gli inquirenti, infatti, aspettano che il Ris di Messina completi l’esame dello stub. Dopo il confronto all’americana durante il quale i due migranti feriti hanno indicato nella corporatura di Pontoriero quella dell’uomo che imbracciava il fucile, il “guanto di paraffina” potrebbe consentire agli investigatori di verificare se nelle mani dell’indagato siano rimaste particelle di polvere da sparo. I due feriti erano distanti una sessantina di metri ma hanno riconosciuto i vestiti di Pontoriero che sono stati, pure questi, sequestrati e mandati ai carabinieri del Ris di Messina per gli accertamenti tecnici. Se dovessero essere positivi potrebbe scattare l’arresto per omicidio. Stub e vestiti, infatti, farebbero il paio con la Fiat Panda bianca trovata in possesso dell’indagato e sottoposta a sequestro. Le prime lettere della targa coincidono con quelle fornite dai compagni di Sacko ai carabinieri per indicare l’auto con la quale il killer si è allontanato dopo aver sparato quattro colpi di fucile. “Confidiamo nella giustizia” è l’unico commento dell’avvocato Franco Muzzopappa che assiste Pontoriero. L’agricoltore è il nipote di Francesco Pontoriero, uno dei soggetti coinvolti nell’inchiesta “Poison” della Guardia di finanza che alcuni anni fa ha portato al sequestro dell’ex Fornace e dell’area in cui è avvenuto l’omicidio del bracciante del Mali.

Un terreno abbandonato in cui la Procura di Vibo aveva scoperto una discarica abusiva dove le Fiamme gialle hanno trovato 135mila tonnellate di rifiuti tossici provenienti anche dalla centrale Enel di Brindisi. Per quanto riguarda il movente, resta da capire quali interessi possa avere avuto Antonio Pontorieri sul terreno sequestrato anni fa e ormai abbandonato. O se, invece, il presunto killer sia stato spinto dal razzismo. Gli investigatori sul punto non si sbilanciano, aspettano l’interrogatorio dove contesteranno l’omicidio del migrante attivista del sindacato Usb. Al momento sembra che non emergono collegamenti dell’indagato con la ‘ndrangheta che, nel vibonese, è sinonimo di cosca Mancuso.

Ieri c’è stato un corteo per chiedere giustizia e rispetto. Sabato invece è prevista una manifestazione a Milano organizzata da Milano Antifascista Antirazzista Meticcia e Solidale. La partenza del corteo è prevista alle 15 da via Palestro.

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