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Governo M5s-Lega, Putin: “Dai politici italiani parole positive su sanzioni. Paese affidabile ma subordinato alle scelte Ue”

Il capo del Cremlino ha apprezzato la proposta inserita nel contratto di rimuovere le sanzioni alla Russia. Ma ha avvertito che "un conto è parlare fuori dall’ambito del governo, un altro assumersi le responsabilità per obblighi presi precedentemente"
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Contro la formazione del governo M5s-Lega si è scatenata la tempesta perfetta: spread in salita oltre i 200 punti, Piazza Affari in picchiata, il Financial Times che parla di “nuovi barbari” alle porte di Roma e giornali tedeschi che attaccano la scelta (su cui si sta giocando la stessa nascita dell’esecutivo giallo-verde) dell’euroscettico Paolo Savona al Tesoro. Ma in soccorso di Luigi Di Maio e Matteo Salvini arrivato un sostegno forse inaspettato. Quello di Vladimir Putin, da poco rieletto presidente della Russia per la quarta volta, che ha apprezzato le parole dei due leader a proposito delle sanzioni contro il suo Paese. Ma avverte: “Capiamo che un conto è parlare fuori dall’ambito del governo, un altro assumersi le responsabilità per obblighi presi precedentemente”.

Lo zar di Russia – così lo definiscono i suoi oppositori – ha parlato a margine del Forum economico internazionale di San Pietroburgo. “Noi conosciamo gli umori dei politici candidati al governo in Italia e siamo al corrente delle loro dichiarazioni, molto positive sul fatto che le sanzioni ostacolano lo sviluppo: aspettiamo di vedere come questo sarà realizzato”, ha detto Putin. Il riferimento è al “ritiro immediato delle sanzioni imposte alla Russia“, voce inserita nella versione definitiva del “Contratto” stipulato dai pentastellati e dal Carroccio per l’esecutivo a guida Conte.

“Tra Russia e Italia vi sono buoni rapporti, di grande fiducia“, ha aggiunto il numero uno del Cremlino. “Per noi è un partner affidabile e le relazioni non si sono mai interrotte, neppure nei momenti più burrascosi dal punto di vista sia politico che economico”. Momenti in cui l’Unione europea ha giocato un ruolo fondamentale: “Ci rendiamo conto che l’Italia è stata costretta a subordinarsi alle scelte collettive dell’Ue e aderire alle sanzioni contro la Russia”. Il presidente ha poi sottolineato il legame commerciale fra i due Paesi (“sappiamo qual è l’atteggiamento del mondo imprenditoriale italiano verso queste restrizioni e conosciamo l’atteggiamento positivo del popolo italiano verso la Russia, e cerchiamo di rispondere allo stesso modo”) e ha promesso di essere pronto “a lavorare sul piano bilaterale e in ambito internazionale”.

L’intervento di Putin cerca quindi di offrire un appoggio a Di Maio e Salvini sullo scacchiere globale. Con il rischio, però, di provocare l’effetto opposto: un ulteriore avvicinamento dei due leader al Cremlino non sarebbe visto di buon occhio a Bruxelles (l’Italia deve rispettare le decisioni prese in sede comunitaria), né al Quirinale. Proprio il presidente della Repubblica aveva ricordato, durante la lunga fase di consultazioni successiva alle elezioni del 4 marzo, il posizionamento del Paese nei rapporti internazionali. Non ultime le parole pronunciate da Conte – e volute da Mattarella – nel suo discorso post-incarico sulla “collocazione europea dell’Italia”.

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