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Raid Casamonica in un bar, la moglie del titolare: “Giusto denunciare. Paura? No”. La disabile: ‘Gli ho ricordato l’educazione’

La moglie del titolare del bar dove il giorno di Pasqua due esponenti della famiglia Casamonica hanno pestato una disabile: "L'unica cosa giusta da fare in questi casi è chiamare le forze dell'ordine". La donna aggredita al Corriere: "Mi prendeva a calci e diceva 'ti ammazzo'". Aperta indagine: l'inchiesta all'Antimafia. Minniti: "Non restino impuniti"
Raid Casamonica in un bar, la moglie del titolare: “Giusto denunciare. Paura? No”. La disabile: ‘Gli ho ricordato l’educazione’
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“L’unica cosa giusta da fare in questi casi è chiamare le forze dell’ordine e denunciare“. Non ha dubbi Roxana, la moglie del titolare del Roxy Bar dove il giorno di Pasqua due esponenti del clan Casamonica, Antonio Casamonica e suo cugino Alfredo Di Silvio, hanno aggredito prima una disabile e poi il marito. Adesso, si è mossa anche la magistratura, con l’indagine affidata ai magistrati della Dda romana

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Lei, che aveva convinto il marito a riaprire dopo due giorni di chiusura, perché quel locale è la loro vita, lo dice chiaro e tondo: “Io non ho paura, non la ho mai avuta. A prescindere da chi sono e di chi è la nazionalità”. Assicurando che ora il marito sta bene, Roxana racconta che la signora – presa a cinghiate e scalciata dai due, perché aveva reagito di fronte alla loro prepotenza e al desiderio di essere serviti subito – è “tornata qui anche nei giorni dopo, la ammiro perché è l’unica che ci ha aiutato“.

La disabile ha invece ripercorso con il Corriere della Sera gli attimi dell’aggressione: “Urlava contro il barista che conosco da una vita, è un amico, e io gli ho semplicemente ricordato l’educazione“, ha detto. “Mi ha urlato tu non sai con chi stai parlando, poi ha iniziato a picchiarmi, mi ha sputato in faccia, mi ha preso per il collo”, ricorda. Poi le grida, le minacce: “Quell’uomo mi stava pestando a calci e mi diceva “ti ammazzo” – spiega la donna, invalida civile – Io gli ho risposto che sì lui mi ammazzava, ma poi andava in galera”.

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Intanto la procura di Roma ha aperto un’indagine per lesioni, minacce e danneggiamento nei confronti dei due membri del clan, che spadroneggia alla Romanina. Il fascicolo è in mano ai pm dell’Antimafia che stanno valutando la possibilità di contestare l’aggravante mafiosa sia a Casamonica che a Di Silvio.

Dopo che la notizia del pestaggio, avvenuto lo scorso 1 aprile, è stata anticipata da Repubblica, è intervenuto anche il ministro dell’Interno Marco Minniti: “Ho telefonato al capo della Polizia Franco Gabrielli, al quale ho chiesto una risposta ferma e tempestiva – ha detto il titolare del Viminale – Atti di questo tipo non possono rimanere impuniti”.

In giornata, la sindaca Virginia Raggi ha fatto visita ai proprietari del locale. Su Twitter, la prima cittadina ha scritto: “Uniti contro la criminalità. Le immagini dell’aggressione dei Casamonica nei confronti di una donna disabile e un barista sono inaccettabili. Le istituzioni non abbassano lo sguardo. #FuoriLaMafiaDaRoma”. Il governatore della Regione Lazio ha invece annunciato un “contributo economico a titolo di risarcimento per i danni ricevuti” e la costituzione di parte civile nel processo: “Non si possono tollerare soprusi e violenze di questo tipo”, ha spiegato Nicola Zingaretti.

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