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Genova, “bagni della scuola aperti per dieci minuti ogni due ore. Eccezioni solo per chi ha certificato medico”

Gli alunni contro la circolare del preside dell’istituto alberghiero Marco Polo. Che spiega: "Colpa della carenza di personale. E negli ultimi tempi è mancato il rispetto. Ordine, pulizia e decoro devono essere una priorità". Prima di lui anche la collega Giuliana D’Avino dell’istituto professionale per i servizi enogastronomici Rossini di Napoli aveva limitato la fasce per andare alla toilette
Genova, “bagni della scuola aperti per dieci minuti ogni due ore. Eccezioni solo per chi ha certificato medico”
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Dieci minuti a cavallo dell’inizio delle lezioni, tra le 7:55 e le 8:05. Altri dieci dalle 10:55. E un’ultima finestra alle 12:55. Sono gli unici momenti in cui gli alunni dell’istituto alberghiero “Marco Polo” di Genova hanno diritto di andare a fare pipì. A deciderlo è stato il preside, che lo ha ufficializzato con la circolare numero 343. Oggetto: “Orari servizi igienici”. In otto righe il dirigente scolastico ha rivoluzionato l’uso dei bagni. E a chi proprio non ce la fa non basta pregare il professore: serve una firma del medico e dei genitori.

Il provvedimento parla chiaro: “Si rammenta che tutti gli studenti che avessero esigenze particolari avranno autorizzazione ad uscire in orari diversi dietro richiesta della famiglia e presentazione del certificato medico”. Una decisione presa per dare delle regole ai ragazzi a seguito di alcuni comportamenti inadeguati, sostiene il preside. Nella stessa circolare Alessandro Clavarino motiva la sua scelta “visto l’uso inadeguato e a volte vandalico dei servizi igienici e le necessità organizzative per il personale della scuola”.

Chi non l’ha presa bene sono i ragazzi, che si sono rivolti a “Blocco Studentesco”, il movimento legato a CasaPound. Il preside contattato dal Fattoquotidiano.it spiega: “Abbiamo dovuto prendere questo provvedimento a causa della carenza di personale che non può presidiare tutti i piani ma anche perché negli ultimi tempi è mancato il rispetto per i luoghi. L’ordine, la pulizia e il decoro devono essere una priorità per i ragazzi di una scuola come la mia. Sia chiaro: nessuno vuole impedire agli studenti di andare in bagno se manifestano davvero una necessità. Non è una battaglia contro gli allievi che devono andare a fare la pipì”.

D’altro canto Clavarino non è l’unico ad aver sentito la necessità di regolamentare l’ingresso ai servizi igienici della scuola. Prima di lui anche la collega Giuliana D’Avino dell’istituto professionale per i servizi enogastronomici “Rossini” ha preso carta e penna per organizzare meglio i bisogni degli studenti. A Napoli la scelta è stata quella dell’alternanza: mezz’ora aperti, mezz’ora chiusi per tutta la durata della giornata. L’avviso della capo d’istituto chiarisce le fasce d’apertura della toilette: “Dalle 9,30 alle 10; dalle 10,30 alle 11; dalle 11,30 alle 12; dalle 12,30 alle 13.00”. Sulla carta non ci sono scappatoie: “Si precisa – scrive la preside – che negli orari non espressi in tabella, i servizi igienici resteranno chiusi per consentire il riassetto”. Il vice preside Salvatore Aliperta si giustifica: “Si tratta di una questione organizzativa. La circolare è stata accettata dagli studenti. In alcune fasce orarie i bagni vengono ripristinati e puliti. Non c’è un orario fisso ma un tempo che serve per i collaboratori. Se i ragazzi hanno delle urgenze possono andare a fare i loro bisogni. In questo modo anche i docenti possono fare lezione tranquillamente per mezz’ora”.

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