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Femminicidio, l’appello dei sindacati: “Il piano antiviolenza non è operativo. Sbloccare subito le risorse economiche”

Appello delle associazioni delle donne e i sindacati alle istituzioni affinché vengano sbloccati i fondi già stanziati nella Legge di stabilità. Un'inadempienza definita "grave" anche alla luce della ratifica della Convenzione di Istanbul: "In atto una mattanza, fatto gravissimo non intervenire"
Femminicidio, l’appello dei sindacati: “Il piano antiviolenza non è operativo. Sbloccare subito le risorse economiche”
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Mancano ancora i soldi e il piano antiviolenza è incagliato, mentre dall’inizio dell’anno sono già 24 le donne uccise. “Una vera e propria mattanza, davanti alla quale chiediamo di rendere il piano immediatamente operativo“, è l’appello dei sindacati Cgil, Cisl e Uil assieme all’assocazione dei Centri Antiviolenza, alle volontarie del Telefono Rosa e ad altre onlus.

“Lo scorso 25 novembre i giornali titolavano “Via libera al Piano antiviolenza”. A distanza di quattro mesi, con un femminicidio ogni due giorni quel Piano, frutto di un lungo confronto tra società civile, varie associazioni di donne, sindacati, ministeri e istituzioni, e che porta con sé la novità di un intervento finalmente strutturale sul tema, non è però ancora operativo”, denunciano i sindacati.

“Il Piano strategico del governo per la lotta alla violenza maschile sulle donne adottato dal Governo per il triennio 2017-2020, approvato in Conferenza Stato-Regioni e finanziato nella legge di stabilità, a tutt’oggi non decolla”, sostengono associazioni e sindacati chiedendo al Governo e al Parlamento “di renderlo immediatamente operativo, predisponendo le risorse economiche dedicate e rendendole immediatamente esigibili per la sua attuazione”.

Attendere ulteriormente, secondo chi ha sottoscritto l’appello, è un “fatto gravissimo” perché la situazione è “drammatica”. Lo Stato italiano,  accusano inoltre, avendo ratificato la Convenzione di Istanbul, “ha l’obbligo di rendere operativo il Piano strategico e di muoversi con la dovuta diligenza da parte di tutte le articolazioni istituzionali coinvolte nel Piano stesso”. Le donne, concludono le associazioni, “non devono ancora subire violenze in attesa che tutti facciano quando dovuto prescritto dal piano e che le azioni discusse e condivise trovino attuazione”.

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