Proprio a causa di questo contesto, la giunta Caldoro decise di non affidarsi più per la gestione a una struttura regionale e chiese al governo la nomina di un commissario con poteri ordinari. “Fu disposta la nomina a commissario delegato – spiega l’ex governatore Caldoro – dell’ingegnere Luigi Bosso, che subentrava alla Regione Campania nella gestione degli impianti di depurazione di Acerra, Cuma, Foce Regi Lagni, Marcianise, Napoli Nord e dell’impianto di grigliatura di Succivo (fino al 31 marzo 2013). Dopo pochi mesi (e molte pressioni ricevute) Bosso si dimise e fu sostituito da un nuovo commissario, Nicola Dell’Acqua, oggi direttore generale di Arpa Veneto”. Da quel momento furono diversi i cambiamenti apportati rispetto alla gestione passata. A ilfattoquotidiano.it l’ex assessore regionale all’Ambiente Giovanni Romano ricorda due scelte immediatamente adottate: “La prima fu quella di fare una turnazione dei capi impianto, gli stessi citati da Di Domenico nel primo video di Fanpage (“Non so cosa resta al capo impianto e cosa….”) e poi di fissare il prezzo di smaltimento in base a un’indagine di mercato e alla caratterizzazione del fango”. Le gare furono bandite a 125 euro a tonnellata, ma andarono deserte “perché nessuna delle aziende che fino a quel momento aveva avuto il monopolio dello smaltimento – spiega Romano – voleva accettare quelle condizioni. Non partecipando, avevano l’obiettivo di far salire il prezzo”. Ma il commissario non cedette e chiese a singoli operatori di partecipare. “Abbiamo risparmiato circa 8 milioni di euro all’anno” dice Romano.

A spiegare cosa accadde in quegli anni fu lo stesso Dell’Acqua in due diverse audizioni. Nella prima, del 25 novembre 2014 davanti alla Commissione Territorio, Ambiente, Beni Ambientali del Senato, illustrò la riduzione dei costi gestionali ottenuta dai ribassi nell’ambito dell’affidamento con gara pubblica dei servizi di smaltimento di fanghi, vaglio, sabbie. Se all’inizio dell’attività del commissario il costo era di circa 170 euro a tonnellata (per un importo di oltre un milione e 300mila euro al mese), si scese a 134 euro fino al 7 giugno 2013 e poi a 109 euro a tonnellata dopo una seconda tornata di appalti pubblici (per un importo di circa 874mila euro al mese). Dati alla mano, nel 2013 per lo smaltimento di fanghi, sabbie e vaglio nei cinque impianti regionali furono spesi circa un milione e 79mila euro al mese per un totale di 12 milioni e 954mila euro. “Il risparmio conseguito dal 7 giugno 2013 quando è stato esperito il secondo appalto per l’affidamento del servizio è stimato in una percentuale del 18,4%” scriveva Dell’Acqua, che calcolò un “risparmio complessivo rispetto ai costi della precedente gestione” del 35,6%, ossia di quasi 500mila euro.

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