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Cronaca

Ultimo aggiornamento: 9:04 del 28 Gennaio 2018

Nata sotto la tribuna dello stadio, dove ha vissuto per 94 anni. Storia di Carla e dei “suoi” campioni: “Voglio morire qui, di lunedì”

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Vuole morire qui, nello stadio di calcio di Cremona. Ma non di domenica, quando c’è la partita: di lunedì, “per non disturbare nessuno”. Vuole morire qui, dove lei vive da 94 anni. Figlia dello stiorico magazziniere della Cremonese, “sono nata sotto la tribuna dello ‘Zini‘ nel 1923”, racconta a ilfattoquotidiano.it Carla Bonazzoli, per tutta la città ‘solo’ la signora Carla. Spiritosa, gli anni portati divinamente, una memoria di ferro, nel tempo ha conosciuto tanti giocatori, allenatori, dirigenti. E presidenti. Quelli della Cremonese ai quali è più affezionata sono Zucchi, Luzzara e Arvedi.

Quest’ultimo, l’attuale patron, nel 2006 ha rilevato la società sportiva e ha provveduto alla ristrutturazione dell’appartamento della signora Carla. “Rischiavo di dover traslocare, per fortuna non mi sono mossa da qui”. Sfoglia le fotografie di una vita: questo è il mio mister (Emiliano Mondonico), questo il mio Marco (il bomber Marco Nicoletti).

Antonio Cabrini? “Sempre carino”. Vialli? “Simpaticissimo. Gli avevo chiesto la maglia per mio nipote, lui mi ha regalato tutta la borsa, pure con l’accappatoio”. Dice sorridendo: “Si meravigliano tutti: non pensano che sotto lo stadio possa esserci un appartamento”. Anche Fiorello, dalla radio, l’ha chiamata: “Mi ha detto se mi trovavo bene allo stadio e se ero amica degli ultras. Gli ho risposto di sì”. Se non avesse fatto la custode dello stadio, avrebbe fatto la sarta: “Ma tanto ho cucito lo stesso una vita”.

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